Verso il primo vaccino per prevenire il diabete nei bambini
Un vaccino orale per prevenire il diabete giovanile sarà testato in Germania su bebè ad alto rischio per questa malattia autoimmune ad oggi orfana di una cura definitiva e impossibile da prevenire. Parte, infatti, «Pre-POINT(early)» una sperimentazione clinica di fase 2 coordinata da Joerg Hasford della Ludwig Maximilians University a Monaco per verificare l’efficacia del vaccino che ai precedenti test (pubblicati sul Journal of American Medical Association) si è rivelato ben tollerato e sicuro. I primi risultati di questa seconda fase saranno disponibili nel 2018.
Secondo una nota dell’ateneo tedesco, i ricercatori testeranno il vaccino su bebè di 6-24 mesi somministrandoglielo per bocca e seguiranno la salute dei bambini a lungo termine per vedere se i piccoli si ammaleranno o meno di diabete giovanile.
Questa malattia, altrimenti nota come diabete insulino-dipendente, è una patologia su base immunitaria. Le difese del corpo del paziente «impazziscono» ed attaccano il pancreas, precisamente la parte di organo deputata alla produzione di insulina, l’ormone che regola lo zucchero nel sangue (glicemia). La malattia autoimmune, di origine complessa e ancora misteriosa, è tuttora priva di una cura definitiva e tanto meno di una terapia preventiva. I pazienti, di solito molto giovani o anche bambini (la malattia viene spesso diagnosticata prima dei cinque anni), sono costretti a somministrarsi insulina al bisogno prima dei pasti, per questo si parla di diabete insulino-dipendente.
L’idea del vaccino preventivo nasce dal fatto che la malattia ricorre in famiglie quindi vi è una predisposizione genetica e bambini con familiari ammalati sono ad alto rischio di ammalarsi a loro volta. I ricercatori hanno pensato di disinnescare la miccia del sistema immunitario ancora prima che la reazione autoimmune abbia luogo in modo da prevenire l’esordio stesso della malattia e quindi il danno pancreatico che sarebbe altrimenti irreversibile. Per questo hanno pensato di lavorare con bebè ad alto rischio, somministrando loro insulina a dosi crescenti per bocca, insulina in polvere mischiata nelle pappe del bebè.
La somministrazione orale è fondamentale per evitare che l’ormone entri nel circolo sanguigno e causi ipoglicemie. Invece, finendo nel tratto digerente, l’insulina viene «sminuzzata» in frammenti che incontrano il sistema immunitario del bambino che impara così a riconoscerli come innocui. È questo il trucco per evitare eventuali reazioni autoimmuni. Le difese del corpo imparano a riconoscere l’insulina e non sferrano l’attacco al pancreas. La somministrazione a dosi crescenti (da 7,5 mg a 67,5 mg di insulina) serve ad abituare il sistema immunitario gradualmente come si fa oggi quando si lavora sulle intolleranze alimentari. I bebè cui sarà somministrato il vaccino saranno tenuti sotto osservazione nel tempo per vedere se svilupperanno la malattia.