Ioppi (Ordine dei medici): in Trentino sulla sanità azioni politiche sconcertanti
«Di tutte queste polemiche sulle dimissioni di Flor, la rottura del patto e sul rimpallo di responsabilità, ai medici e ai cittadini non interessa niente. Quello che interessa è che c'è una sanità che deve essere riorganizzata. Soprattutto si deve smetterla di dilaniarsi su questioni non importanti come i punti nascita. E la Provincia eviti ora di coprirsi di ridicolo andando a chiedere al ministro Lorenzin la deroga per tenere aperto i piccoli punti nascita».
Marco Ioppi, presidente dell'Ordine dei medici del Trentino e ginecologo, è sconcertato per la situazione in cui si è venuta ora a trovare la sanità trentina e soprattutto proccupato per la capacità, che fino ad ora la giunta Rossi non ha saputo dimostrare, di dare una linea all'Azienda sanitaria per migliorare l'organizzazione della sanità trentina.
Dottor Ioppi, l'assessore Zeni ha detto che le polemiche di fine anno alimentate anche dai medici sulla nuova organizzazione dei turni che ha portato alla riduzione degli orari negli ospedali periferici hanno dimostrato che ha vinto la linea della conflittualità? I medici si sentono responsabili di aver alimentato la conflittualità?
«La professione deve essere libera, indipendente e autonoma. I medici non sono allineati al potere politico ma hanno un'autonomia di pensiero e critica che non vuol dire creare panico in un settore delicato come quello della sanità ma offrire alla politica delle proposte migliorative. Noi abbiamo criticato l'organizzazione adottata dal 25 novembre perché sa di emergenza e purtroppo sappiamo che spesso non c'è niente di più definitivo di ciò che è precario. Infatti, sono passate già settimane e continuiamo ad avere un servizio dei punti nascita ad ore e non se ne parla più. Si fa finta di niente come se fosse una cosa normale. Quindi è molto pericolosa questa situazione».
Lei dice che l'emergenza sta diventando normalità?
«Esatto. Noi sappiamo che la sanità è un sistema così complesso da mettere a dura prova anche il politico più scafato. Ma per favore non diciamo che la situazione che abbiamo adesso è quella ideale, che non comporta alcun tipo di rischio, così ci si copre di ridicolo».
Cosa intende per coprirsi di ridicolo?
«Dico che siamo ridicoli ad andare a chiedere al ministro della salute la deroga sui criteri di sicurezza per mantenere i piccoli punti nascita, soprattutto a fronte dei fatti tragici accaduti negli ultimi giorni in alte parti d'Italia. Che cosa pensiamo che ci risponda il ministro?».
Si riferisce alle tre donne morte di parto e l'invio degli ispettori da parte del ministero?
«Ma certo. Non penso che il ministro ci risponderà che possiamo derogare ai requisiti di sicurezza. È come se andassimo a chiedere di poter costruire derogando ai criteri antisismici, che la legge di impone, magari proprio dopo che c'è stato un terremoto. Mi pare che questo comportamento della Provincia sia solo un modo per non decidere, per prendere tempo e rinviare ad altri le scelte che non si è capaci di prendere sul bene più prezioso che è quello della salute. Si deve puntare di più sulla prevenzione. Questa deve essere la priorità, soprattutto quando a fronte dei problemi di bilancio sappiamo che è sempre più difficile riuscire a garantire le risorse necessarie per curare tutto. Per questo dobbiamo cercare di prevenire le malattie».