Una goccia di latte materno diventa un gioiello per sempre
L'originale idea di una mamma di 26 anni che gestisce un bar a Valcanover
Cosa c'è di più prezioso del latte materno e del legame che si instaura un secondo dopo la nascita tra una mamma e il suo bambino? Nulla. Ecco allora cos'ha ideato Pamela Cosentino, 26 anni, per trasformare questa sostanza in un ricordo indelebile nel tempo: qualche mese fa questa ragazza nata a Milano, ma residente da tempo a Trento, ha iniziato a creare dei bellissimi bijoux con il latte materno. O, più precisamente, con il latte che le viene inviato dalle mamme via posta. Un'attività unica a livello italiano. Lei lo addensa in modo naturale e poi dà forma a piccoli capolavori: manine, piedini, cuori, fiori, stelle o semplici colate che riempiono l'intera base in metallo montata su anelli, ciondoli, orecchini, oppure bracciali. Il lavoro viene infine sigillato con resina atossica, diventando così un oggetto speciale da portare sempre con sé. Curiosi di saperne di più? L'abbiamo intervistata per avere dettagli su questa particolarissima attività.
Pamela, come ti è venuta questa idea?
Io faccio tutt'altro lavoro, poiché da quando avevo 18 anni gestisco il bar Smile in località Valcanover, sul lago di Caldonazzo. Ma ho due bambini (Nicolò, di 7 mesi, e Mattia, di 9 anni) e sono una mamma che ha molto a cuore i temi dell'allattamento al seno, del portare i bambini in fascia, del contatto pelle a pelle. Qualche mese fa in un gruppo Facebook dedicato ai confronti tra mamme si è cominciato a parlare di questi gioielli particolari, creati con il latte materno e prodotti in America, ma particolarmente costosi: anche più di cento euro! Sapendo lavorare la resina, e sapendo che non è poi così complicato, mi sono offerta di provare per chi fosse interessata per produrli a prezzi contenuti: qualche decina di euro.
Il risultato?
Le altre ragazze del gruppo mi hanno dato consigli molto utili per arrivare al primo prototipo: un anello che porto sempre e che dopo due mesi è ancora perfetto, nonostante lo tenga nella doccia, mentre faccio le pulizie, oppure durante l'attività fisica. Ho così creato un gruppo su Facebook, che si chiama "Ricordi sotto chiave", e che in poco tempo ha già raggiunto i 500 membri.
È un gruppo chiuso, perché non consenti l'accesso a tutti?
Perché non è per i curiosi, ma solamente per le mamme che allattano, o che allatteranno, e che vogliono avere maggiori informazioni su questi prodotti. Ho qualche richiesta di accesso anche da parte dai papà, ma dico loro di guardare eventualmente dal profilo della loro dolce metà.
Come ti viene spedito il latte?
Per contenere i costi me lo faccio inviare via raccomandata in un palloncino, chiuso con un nodo stretto. Ne basta un cucchiaio e visto che non fa peso si paga solo due euro e 80 centesimi. Abbiamo tentato di metterlo anche all'interno delle provette, ma capitava si rompessero. Il palloncino è più comodo. È stato complicato trovare la giusta ricetta per fare in modo che il latte rimanesse bianco e lavorabile, e poi ho cercato di mantenerne la percentuale più alta possibile perché voglio sia un gioiello di latte materno e non di addensante.
E come funziona poi la creazione?
Le mamme guardano negli album fotografici le basi e i modelli disponibili. Quando ho un po' di tempo faccio partire un ordine e accetto al massimo dieci richieste. La lavorazione dura dalle 24 ore ai quattro giorni: dipende da quello che bisogna fare perché ogni colata necessita di 24 ore per indurirsi. Prima di sigillare con la resina contatto infine le persone per vedere se va bene o se vogliono delle modifiche. È una proposta in continua evoluzione: da qualche giorno possiamo personalizzare i bijoux anche con l'iniziale del bambino.
Qual è la risposta del pubblico?
C'è chi si impressiona e chi ne vuole almeno due. Però in generale c'è moltissima curiosità. Per il momento esercito questa attività in maniera occasionale e visto che sono prodotti originali non sono tenuta a rilasciare fattura o ricevuta fiscale. Ma mi sa che con tutto questo interesse dovrò pensare presto a trovare una soluzione di tipo commerciale! Però devo essere onesta: non mi interessa tanto l'aspetto economico, altrimenti speculerei come fanno alcuni oltre confine (vengono prodotti anche in Gran Bretagna, ndr). Mi piace rendere felici tutte queste mamme e dare loro un ricordo unico di un periodo speciale della loro vita come questo.
Hai due figli, gestisci un bar e ora sei anche alle prese con questa novità. Cosa dice tuo marito?
Marco è abituato a vedermi fare mille cose e in questo periodo storico una mamma così impegnata sotto il profilo lavorativo non è una situazione comune. E comunque meglio una donna indaffarata, che una donna disoccupata.