Dalla Santa Sede un tributo a Prince
L’Osservatore Romano ricorda che il cantante è stato boicottato per anni. La sua battaglia contro le major discografiche
«Il principe e le major». Si intitola così il ricordo che l’Osservatore Romano dedica a Prince, l’artista rock e soul morto ieri nella sua residenza alle porte di Minneapolis. «Molto raramente i brani di Prince, uno dei tanti nomi che il proteiforme artista ha assunto lungo la sua carriera, sono stati trasmessi dalle radio in questi ultimi anni», scrive il quotidiano della Santa Sede.
Questo perché «il musicista di Minneapolis ha intrapreso una lunga battaglia personale contro le major discografiche e, ultimamente, anche contro le più frequentate piattaforme digitali. Prince è stato quindi boicottato da chi controlla il mercato della musica pop. Anche se c’è da scommettere che ora, all’indomani della morte avvenuta il 21 aprile all’età di 57 anni, le stazioni Fm manderanno in modo ossessivo qualche sua canzone, a cominciare da Purple Rain».
«Ma sarà questione di un paio di giorni - prevede il giornale vaticano -. Poi le ragioni delle major avranno ancora una volta la meglio sulle ragioni della musica. E Prince tornerà nel dimenticatoio, nonostante la sua innegabile bravura che lo ha portato a spaziare con estrema naturalezza dal rock al funk, dalla disco al jazz».
«Quello che resta di lui - più di qualche eccesso tipicamente anni Ottanta - è proprio la genialità con cui sapeva muoversi tra i diversi generi. Una dote rara nel mondo della musica leggera. Quel mondo grigio dominato dalle major», conclude l’Osservatore Romano.