Guida per cheerleader Accusa di razzismo
L’Università di Washington scivola sulle cheerleader, le «ragazze pon pon», quelle giovani modelle o apsiranti tali che sgambettano a bordo campo per incitare i giocatori. L’ateneo pubblica una guida con «cosa fare e cosa non fare per essere cheerleader», con riferimenti esclusivamente fisici. Ed è bufera.
Il volantino della guida ritrae una ragazza bianca, magra e bionda con indosso dei pantaloncini aderenti e un reggiseno sportivo. Nella lista delle cose da fare c’è «essere fisicamente in forma, con un fisico atletico». E fin qui, in fondo, poco o niente di male, visto che le coreaografie sono delle vere e proprie performance atletiche, poi si va nel dettaglio. Vengono richiesti «capelli ricci o lisci» e di «indossare un reggiseno sportivo». La lista delle cose da non fare include «eccessivo di trucco, tatuaggi visibilì e un top che copra la cintola».
Il volantino finisce online e subito scoppia la polemica, con accuse di razzismo. «È l’idealizzazione della bellezza occidentale. Come studentessa di colore non ho nulla in comune con la ragazza nella foto», afferma Jazmine Perez, iscritta alla Washington University. Le proteste sono state così violente che il dipartimento sportivo dell'ateneo ha chiesto la rimozione del volantino. «Alcuni dei dettagli e la descrizione offerta non sono coerenti con i valori dell’Università e con quelli del Dipartimento sportivo».