Rete ciclabili, investimenti strategici In arrivo una app per il Bike Sharing
In arrivo una app per il Bike Sharing
Pedalare, gente. A stagione turistica ormai avviata la presenza dei ciclisti è massiccia in tutta la provincia. Il cicloturismo è un settore in grande sviluppo, complice anche la tecnologia, che con le e-bike (dotate di motore alimentato ad energia elettrica) allarga il potenziale bacino di utenza a persone più in là con l'età o senza troppe velleità sportive. Pedalare in Trentino è sport e hobby, componente forte quando si tratta di turismo ma anche alternativa ai mezzi di trasporto classici. E viene promosso potenziando e promuovendo la rete delle piste ciclabili.
Oggi sul territorio provinciale ci sono 460 chilometri di superficie dedicata alle biciclette. Di recente sono stati inaugurati altri dieci chilometri di collegamenti, ma gran parte dei progetti sarà concluso per il 2018, sfruttando finanziamenti triennali erogati dalla Provincia Autonoma di Trento.
«Si tratta di investimenti che riteniamo essere strategici - dice l'assessore provinciale a trasporti, mobilità e ambiente Mauro Gilmozzi - perché riguardano l'ambiente e lo stile di vita». La rete provinciale delle piste ciclabili si è di recente arricchita di dieci chilometri, grazie al completamento del tratto di Terlago in Valle dei Laghi, del tratto Trento-Lavis e dell'infrastrutturazione di parte delle Valli Fiemme e Fassa.
Il turismo della bici chiama, il Trentino risponde: si sta lavorando a un percorso «virtuoso» per portare i turisti da Fondo, nell'Alta Anaunia, al Passo della Mendola, sfruttando l'impianto della funicolare. Impianti di risalita all'andata, comoda discesa nel ritorno.
Per il 2018 al massimo saranno approntate e inaugurate (anno della prossima tornata elettorale) anche le piste di collegamento tra Pergine-centro e Trento-via Brennero, e potenziati i collegamenti valsuganotti nell'area tra Valcanover e Strigno. Scendendo verso il Garda, territorio che da tempo punta sul turismo legato alle due ruote, tra qualche giorno partiranno i lavori per il sottopassaggio che a Mori eviterà il pericoloso attraversamento pedonale della stazione dei treni, il quale ha già dimostrato di mettere a rischio la sicurezza di pedoni e ciclisti.
Nel frattempo sono già partiti i tavoli tecnici e politici interregionali per la progettazione e realizzazione della pista ciclabile del Garda, 140 chilometri lungo le sponde delle tre province (Brescia, Verona, Trento), a cui il Ministero ha promesso i finanziamenti, comprendendo la rete del Garda nei primi 5 obiettivi strategici nazionali. Potenziare i collegamenti e promuoverli. «Siamo consapevoli della portata delle ricadute delle ciclabili sul turismo - continua Gilmozzi - e potenziare i collegamenti significa anche regolare la convivenza tra mezzi a motore e biciclette». Molti percorsi storici passano sulla strada, si dialoga tra enti per promuovere una convivenza se non serena, almeno sicura. «Per valorizzare i nostri luoghi abbiamo ideato il progetto "Grandi salite del Trentino"». L'idea, in collaborazione con l'Accademia della Montagna, ha prodotto segnaletica che valorizza e promuove gli itinerari dei grandi campioni, come la salita legata a Charly Gaul. «Questi cartelli stanno avendo un buon riscontro» dice Gilmozzi.
Le piste ciclabili sono un'occasione per far scoprire il territorio. Anche a chi di solito conosce solamente i nomi dei paesi, letti attraverso il finestrino passando in macchina. A Nomi, ad esempio, nell'ultimo anno il contatore dei passaggi in ciclabile ha registrato 296 mila presenza, nei pressi del bicigrill.
E là dove i collegamenti tra tratti distanti sono più complicati, «l'impegno è sul fronte del trasporto delle bici - continua l'assessore - C'è una grande richiesta del servizio di bici bus per collegare zone ancora non unite». Il servizio di trasporto pubblico è stato implementato (anche se la maggiorazione del biglietto, due euro in più, ha suscitato qualche mugugno da parte di chi lo vorrebbe gratuito, per incentivarne l'uso). Ma i trasporti pubblici non possono coprire tutta la domanda. «I privati possono trovare in questo settore spazi per imprendere - dice Gilmozzi -Bisogna che il pubblico e il privato lavorino insieme».
Muoversi in bicicletta non solo quando si è in vacanza è il passo ulteriore legato allo sviluppo della rete. Significa ridurre le spese sanitarie, dicono dagli uffici, risparmiare in termini di emissioni di gas e promuovere la conoscenza del territorio.
Da circa un mese in città a Trento sono state attivate altre 8 stazioni per il bike sharing, che in un anno ha totalizzato utenze per 130 mila chilometri. «Per settembre stiamo mettendo a punto una app - spiega Roberto Andreatta, dirigente del Servizio Trasporti Pubblici della Provincia - in modo da cercare di intercettare un pubblico più ampio attraverso lo snellimento delle pratiche del pagamento». Attualmente al bike sharing si accede con una tessera prepagata, sotto accusa per l'iter di iscrizione complesso.
Per promuovere la mobilità della bici è stato pensato anche il cicloconcorso «Trentino Pedala», a cui possono iscriversi i cittadini che quotidianamente adottano la bicicletta come mezzo di locomozione. Ci si registra e i chilometri macinati vengono conteggiati sul sito. A ottobre si premieranno i pedoni più assidui. Finora sono 2.108 gli iscritti, che hanno percorso 803.983 chilometri, per un risparmio di 236.545 euro e 145.982 kg di anidride carbonica.