La cultura sostiene l’economia: trend positivo
Chi sostiene che in tempo di crisi la cultura sia il primo settore su cui si operano tagli dovrà ricredersi. Lo sostengono i dati dello studio «L'impatto economico degli investimenti in cultura. Il caso Bologna», curato da Nomisma per Genius Bononiae-Musei nella città, che oltre a soffermarsi sul capoluogo emiliano offre anche una panoramica nazionale.
Secondo lo studio, nel 2015 l'industria culturale italiana ha prodotto un valore aggiunto di 89,7 miliardi di euro (17% del valore aggiunto nazionale e 6,1% del Pil nazionale), con il coinvolgimento di 1,5 milioni di occupati. Il patrimonio storico-artistico e l'insieme delle rappresentazioni artistiche, convegni e fiere rappresentano insieme il 18% del valore aggiunto legato alla produzione culturale (9,9 miliardi), dato rafforzato dal fatto che il 37,5% della spesa turistica totale italiana riguarda proprio l'industria culturale.
Positivi anche i trend associati al turismo culturale: 38,5 milioni degli arrivi (36% del totale Italia) sono stati registrati in località storico-artistiche, con un incremento negli ultimi cinque anni del 18%. A fruire maggiormente del patrimonio culturale italiano fra il 2010 e il 2015 sono stati gli stranieri (+23%, +10% invece la crescita dei turisti italiani). Bene anche i musei, che nel 2016 hanno registrato 44,4 milioni di ingressi (+4% rispetto al 2015), con incassi superiori ai 172 milioni di euro (+12% rispetto al 2015).