Vaccini obbligatori, Rossi e Zeni d'accordo con la linea del governo

Senza certificato non si potrà iscriversi a nessun ordine e grado di scuola

di Luisa Maria Patruno

La Provincia di Trento è pronta ad adeguarsi al decreto del governo - non appena sarà approvato - che prevede l'obbligo di essere vaccinati per potersi iscrivere a scuola «di ogni ordine e grado» sia «pubblica che privata», come proposto ieri al consiglio dei ministri da Beatrice Lorenzin, ministra della Salute del governo Gentiloni.

Il governatore Ugo Rossi , che ha anche la competenza proprio sull'Istruzione, non ha dubbi sulla necessità di un provvedimento che condizioni la possibilità di frequentare la scuola alla presentazione dei certificati vaccinali, per evitare la diffusione di malattie che erano date ormai per scomparse tra bambini e ragazzi.

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«In conferenza delle Regioni - ricorda il presidente Rossi - tutte le Regioni hanno detto che dovrebbe essere lo Stato a dare una disciplina uniforme e vincolante. Quindi - aggiunge il governatore trentino - la ministra Lorenzin ha fatto bene a porre il tema. Io sono sempre stato d'accordo a collegare l'obbligo dei vaccini alla frequenza scolastica, ma appunto serve una norma nazionale». In questo caso dunque, pur avendo la competenza sulla scuola, la Provincia di Trento ritiene che l'esigenza di salute pubblica dei cittadini prevalga e l'intervento non possa essere deciso a macchia di leopardo da ogni singolo territorio.

Piena condivisione con la linea del governo e, di conseguenza, con la posizione di Ugo Rossi anche da parte di Alessandra Pasini , responsabile della sezione di Trento dell'Anp, l'associazione nazionale presidi che riunisce i dirigenti scolastici e le alte professionalità della scuola e che raccoglie circa l'85% dei dirigenti: «Tutto è ancora in via di definizione, per questo a livello di associazione dobbiamo ancora affrontare la questione. Ma dal punto di vista personale non posso che essere d'accordo con questa misura». Per Pasini non si tratta di una limitazione del diritto allo studio ma una misura necessaria per tutelare la salute di tutti: «Non è corretto parlare di limitazione, perché ritengo sia invece più giusto parlare di una necessaria condivisione di norme di buonsenso, come quella di impedire che singoli possano mettere a repentaglio la salute di tutti. E, si badi bene, non stiamo parlando solo di bambini e ragazzi, ma anche di adulti, dato che con la crescita del numero di ragazzi che non vengono vaccinati, si possono diffondere malattie per le quali decine di anni fa non si procedeva con il vaccino e che dunque potrebbero colpire con effetti anche gravi adulti ed anziani».


L'effetto della crescita del numero di genitori che non vaccinano i figli si sta già vedendo nelle scuole, sottolinea ancora Pasini: «Non è un mistero che in varie zone d'Italia si siano verificati casi di ricomparsa di malattie che sembravano debellate da anni. Un fatto, questo, che non può portare tutti a riflettere sulla necessità di adottare provvedimenti».

Anche perché, spiega ancora la dirigente del «Pilati» di Cles, altrove queste misure sono già realtà, senza contraccolpi dal punto di vista del diritto allo studio: «Senza andare lontano, in Germania presentando ogni domanda di iscrizione dalle elementari all'università vengono richieste le certificazioni delle avvenute vaccinazioni. È una semplice regola di una civile convivenza. Certo, va introdotta con flessibilità, per garantire a tutti la possibilità di studiare, ma in linea di massima chi sceglie di non vaccinare i propri figli deve sapere che non li può mettere a contatto con gli altri coetanei e deve scegliere l'educazione parentale».

Anche l'assessore provinciale alla salute, Luca Zeni , condivide la reintroduzione delle vaccinazioni obbligatorie e dichiara: «La conferenza Stato-Regioni, della quale facciamo parte, aveva chiesto allo Stato di adottare provvedimenti omogeni sul territorio. Oggi le Regioni si muovono in maniera discordante e invece questo tema dei vaccini è molto importante per la tutela della salute, soprattutto dei bambini e in particolare di quelli che non possono vaccinarsi. Vediamo infatti che certe malattie stanno tornando, come il morbillo, con conseguenze anche molto gravi. Ecco l'importanza di vaccinare tutti e la condivisione di questa scelta del governo».

Nettamente contrario alle vaccinazioni obbligatorie per poter iscrivere i figli a scuola anche in Trentino come nel resto del Paese è il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Filippo Degasperi , che all'annuncio delle intenzioni del Governo - il decreto potrebbe essere approvato già la prossima settimana - commenta: «Sono contrario agli obblighi, sul tema delle vaccinazioni serve informazione e libertà. Anche i bambini e ragazzi che non sono vaccinati devono poter frequentare la scuola, mi sembra il minimo, a prescindere dal giudizio sui vaccini, le scelte dei genitori non possono ricadere sui figli».

E Degasperi sul fatto che il Governo proprio ora abbia deciso di intervenire sulla questione dice: «Mi sembra solo un polverone sollevato ad arte per distogliere l'attenzione dai problemi dell'Italia».  A livello nazionale si era reinnescata la polemica tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle dopo che il grillino Alessandro Di Battista aveva proposto di eliminare i ticket sui vaccini, cosa che ha ribattuto l'ex premier Matteo Renzi è già stata decisa con la legge di stabilità 2017.

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