Gubert: «Chiesa nega i funerali a Riina ma non ai medici abortisti»
Qualche giorno fa sollevò molte polemiche l’uscita social di un prete bolognese, che, di fronte alla morte del boss della mafia Totò Riina, accomunò a quest’ultimo la figura di Emma Bonino, in quanto «abortista». «Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?», si chiedeva il prete.
Ora ci si mette anche Renzo Gubert, che in una lettera inviata al nostro giornale, esprime più o meno le stesse valutazioni. Nel mirino dell’ex senatore non c’è però la Bonino, ma la Chiesa stessa, che, accusa Gubert, da un lato nega le esequie pubbliche a Riina, dall’altro non fa altrettanto con, per esempio, i medici abortisti, colpevoli di «uccisioni di esseri innocenti».
Ecco la lettera:
«Un capo-mafia colpevole di molti assassinii e condannato a molti ergastoli in regime duro è morto carcerato a Parma. A lui la Chiesa cattolica nega esequie pubbliche, perché pubblico peccatore che non ha dato segni pubblici di pentimento. A norma di diritto canonico.
Stride tanto rigore con la predicazione della misericordia che tutta la Chiesa, a partire dal pontefice, ripete continuamente. Se Dio è misericordioso, come mai la Chiesa non lo è con i pubblici peccatori che non hanno dato segni pubblici di pentimento? Le esequie in chiesa sono solo per coloro che non sono pubblici peccatori? Non si insegna che un peccatore è tale non solo in base alla «materia grave» della violazione morale, ma anche in base alla «piena avvertenza e al deliberato consenso», elementi che rimandano al segreto della coscienza di ciascuno? Perché in altri casi di violazioni gravi ed evidenti pubblicamente della norma morale senza che ci siano segni pubblici di pentimento non si negano funerali in chiesa? È mai stato negato un funerale in chiesa a un medico che ha eseguito migliaia di aborti, «abominevole delitti», uccisioni di esseri umani innocenti? È mai stato negato un funerale in chiesa a pubblici bestemmiatori che pubblicamente non si sono pentiti? Oppure a impenitenti adulteri? Eppure si tratta pur sempre di «materia grave» pubblicamente evidente. Mi sa tanto che anche la Chiesa si stia sottomettendo da qualche anno al «politicamente corretto», misericordiosa dove lo spirito del tempo porta a indulgenza, ma impietosa laddove questo vuole durezza di condanna, anche davanti alla salma di un morto».
Renzo Gubert