Sanità sostenibile, Trento è laboratorio
Quanto reggerà ancora il sistema sanitario nazionale? Possiamo ancora permetterci una sanità che dà tutto a tutti?
Di fronte a profondi cambiamenti demografici, epidemiologici e socioeconomici il rischio è che il sistema possa esplodere.
Che in un giorno non troppo lontano ciò che oggi diamo per scontato possa non essere più garantito. «L’Italia è uno dei pochi paesi dove la sanità è ancora in mano pubblica e la sfida è quella di mantenere questo sistema sanitario», ha spiegato ieri Andrea Urbani, direttore della direzione nazionale generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute.
E per garantire la sostenibilità di questo sistema si parte proprio dal Trentino, dall’Azienda sanitaria. Ieri è stato infatti presentato l’accordo siglato tra l’Azienda e l’istituto superiore di Sanità su quattro progetti ritenuti cruciali per la salute. L’obiettivo, nei prossimi 22 mesi, è verificare - nei vari ambiti - le risposte ai bisogni della popolazione, la loro inclusione nelle Linee Guida e nei percorsi di cura e di assistenza e la misurazione degli effetti sul sistema sanitario. Il tutto valutando naturalmente l’impatto economico.
I primi settori clinici ad essere sottoposti a queste analisi sono il «Percorso nascita» e il «Fast Track» ortopedico, due ambiti in cui Trento è già all’avanguardia. Accanto a questi anche un progetto per monitorare gli effetti dell’utilizzo di alcuni farmaci innovativi in campo oncologico e per la cura dell’Epatite B e infine la definizione di uno standard italiano per i Drg (raggruppamenti omogenei di diagnosi).
Per l’occasione ieri era a Trento anche Walter Ricciardi, presidente dell’istituto superiore di sanità, che ha parlato del Trentino «come del luogo ideale per sperimentare forme più avanzate di sanità e della necessità di trovare nuove forme gestionali».
«Questa collaborazione così stretta e unica per modalità in Italia - ha concluso l’assessore Luca Zeni - è un riconoscimento importante: un sistema sanitario può confermare e migliorare la sua qualità se inserito dentro reti nazionali. In particolare, essere capofila e riferimento nazionale in materia di HTA, ci responsabilizza ancora di più».
Oltre ai già noti progetti sul percorso nascita e sul Fast Track ortopedico, il nuovo sistema di medicina che mira a ridurre il periodo di non autosufficienza del paziente sottoposto ad intervento di protesi dell’anca e del ginocchio, nel corso del convegno organizzato per l’occasione al Centro Congressi Interbrennero si è parlato anche del progetto di monitorare l’effetto di alcuni farmaci. «Uno speciale monitoraggio è previsto su alcuni farmaci - ha spiegato Riccardo Roni, direttore del Servizio Politiche del farmaco e assistenza farmaceutica dell’Azienda sanitaria - che già sono in uso da qualche anno e di cui già disponiamo dei dati».
In particolare i controlli sono mirati a verificare il rapporto costo/efficacia del nuovo farmaco contro l’epatite C utilizzato in Trentino da circa 500 pazienti. Un farmaco che inizialmente costava 38 mila euro a cura e che è poi sceso a 6 mila. «Inizialmente sono stati trattati i casi più gravi, ma sono tanti ancora i pazienti che non sanno di avere la malattia». Altri controlli riguardano i nuovi farmaci immunoterapici attualmente utilizzati per il tumore al polmone e per il melanoma. Farmaci che secondo gli studi delle ditte produttrici riescono ad allungare in maniera consistente la vita dei pazienti. «Questi farmaci saranno a breve registrati anche per altri tipi di tumori e verranno utilizzati sempre di più. Il costo è di circa 50-60 mila euro a ciclo di cura e l’obiettivo è di verificare se i risultati promessi ed attesi sono confermati».