Dalla Chiesa nuovo stop a genitori omosessuali ed educazione sessuale
Il diritto dei bambini «a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma» e soprattutto il diritto delle famiglie alla libertà di educazione, anche in materia di sessualità. La Congregazione per l’educazione cattolica ha pubblicato un corposo documento sul gender: una trentina di pagine per ribadire «la legittima aspirazione delle scuole cattoliche di mantenere la propria visione della sessualità umana in funzione della libertà delle famiglie».
«Uno Stato democratico non può infatti ridurre la proposta educativa ad un pensiero unico», è in sostanza il messaggio del Vaticano che ripercorre anche i diversi interventi del Papa e della Chiesa in materia.
Ma si vedono anche piccoli spiragli di apertura concentrati sul fronte della lotta alle discriminazioni e al bullismo nelle scuole. «Nel quadro delle ricerche sul gender emergono alcuni possibili punti di incontro per crescere nella comprensione reciproca - si legge nel documento firmato dal cardinale Prefetto Giuseppe Versaldi e dal segretario della Congregazione, l’arcivescovo Angelo Vincenzo Zani -. Non di rado, infatti, i progetti educativi hanno la condivisibile e apprezzabile esigenza di lottare contro ogni espressione di ingiusta discriminazione».
Per il resto il documento è una conferma del pensiero della Chiesa, quando sostiene, per esempio, che sul sesso non è possibile «una scelta arbitraria» perchè le cellule di uomo e donna, si legge nel dossier che chiama in causa anche la scienza, sono «differenti» «sin dal concepimento».
Anche sull’educazione sessuale si invoca misura considerato che «i bambini e i giovani non hanno ancora raggiunto la piena maturità». Per questo, secondo il Vaticano, «l’educazione all’affettività ha bisogno di un linguaggio adeguato e misurato».
Il documento divide.
Plaude il mondo pro-vita e pro-family, in prima fila i protagonisti del Congresso di Verona, che parlano di «una guida straordinaria» aggiungendo: «La libertà delle famiglie non si tocca, giù le mani dai bambini!».
Critiche durissime arrivano invece dal mondo delle associazioni Lgbt. Il Gay Center parla di «gravi discriminazioni» e sottolinea che le scuole cattoliche devono rispettare le leggi come tutte le altre. E per questo si appella al premier Giuseppe Conte.