Oncologia, ancora ritardi e disagi: "La mia visita un'ora dopo il previsto"
La testimonianza di una paziente che deve recarsi al Santa Chiara una volta al mese per un controllo: ora senza segreteria non rispondono al telefono e quando si arriva allo sportello c'è da fare una lunga coda e poi l'attesa si prolunga
TRENTO. Lo scorso 19 febbraio ci fu la prima segnalazione, l'altroieri è invece scattata la seconda. Ci riferiamo a disagi da parte dei cittadini in quello che è uno dei reparti più delicati di tutta la sanità, ovvero l'Oncologia. Il malcontento da parte dei pazienti, insomma, cresce e a quanto pare il problema non può dirsi risolto. Questo nonostante il grande impegno e lavoro del personale, medico, infermieristico e sanitario presente in corsia. Un paio di settimane fa avevamo dato notizia del fatto che il reparto di Oncologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento fosse rimasto senza segretarie. Un problema riscontrato da una donna trentina che, dopo aver chiamato innumerevoli volte senza ricevere risposta, aveva evidenziato come il reparto non potesse restare scoperto tanto per la sua importanza quanto, rispetto all'assenza di personale legato alle sospensioni no-vax, per un'organizzazione che non si sarebbe dovuta trovare in difficoltà con regole chiare da tempo. C'erano state rassicurazioni su un problema reale ma in via di risoluzione dopo alcuni interventi "tampone". Le complicazioni del reparto, tuttavia sembrano essere state risolte solo in parte, dato che ora il personale c'è ma pare non essere ancora sufficiente: una difficoltà che, unita ad altri inconvenienti che possono verificarsi (un problema informatico oppure una visita più lunga delle altre), si sta però scontrando con le richieste di puntualità dei pazienti - in gran parte fragili - che devono rivolgersi a quel reparto per cure, terapie o visite di controllo. Così, nella giornata è arrivata un'altra segnalazione. A raccontare quanto successo è stata la signora Adriana, in cura da alcuni anni proprio al S. Chiara, che si è recata in Oncologia nella mattinata di lunedì 7 avendo prenotato un appuntamento per le ore 12.20. «Devo effettuare un controllo al mese e mi viene fissato l'incontro con cadenza regolare - ci ha spiegato la signora -, quindi posso confermare che certe situazioni vanno avanti purtroppo da parecchio tempo. Nel mio caso, ad esempio, mi sono presentata come richiesto circa dieci minuti prima: pre-Covid anticipavo anche di mezz'ora, ma ora per via degli assembramenti ci viene espressamente detto di recarci agli sportelli con il minimo anticipo. Arrivata all'accettazione ho trovato una lunga fila con circa una decina di persone, alcune con l'appuntamento anche diverso tempo prima del mio, in attesa. Allo sportello c'era una sola addetta, mentre quello accanto era chiuso, nonostante l'operatrice fosse presente. Dopo aver aspettato parecchi minuti, riscontrando anche la frustrazione di altre persone in coda, ho chiesto se non fosse possibile aprire anche l'altro sportello e solo allora ci hanno permesso di usarlo». Problema risolto? Non proprio: la signora ha comunque dovuto sostenere i suoi venti minuti circa di visita con oltre un'ora di ritardo, dopo più di mezz'ora all'accettazione ed altrettanto tempo trascorso ad aspettare la chiamata. Sul caso l'Azienda sanitaria ha precisato che «si è trattato di una situazione contingente, con alcuni appuntamenti che si sono accumulati».