Sanità sul territorio, 33 le nuove associazioni di medicina di gruppo in Trentino
L'Apss: un importante passo avanti verso una vera e propria riforma dell'assistenza primaria in Trentino. L’assessora alla salute, Stefania Segnana: un riscontro tangibile del lavoro fatto nei mesi scorsi. Il direttore Ferro: per noi questa riorganizzazione è essenziale per sviluppare una vera medicina di prossimità
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TRENTO. Sono 33 le nuove associazioni di medicina di gruppo integrata attivate nei vari ambiti territoriali in Trentino.
L'attivazione delle prime associazioni - precisa Apss in una nota - rappresenta un importante passo avanti verso una vera e propria riforma dell'assistenza primaria, che rilancia la funzione dei medici di medicina generale, riconoscendone il ruolo centrale nel Sistema sanitario provinciale.
Le Mgi sono di fatto libere associazioni tra medici che assicurano continuità di assistenza ai pazienti, grazie ad orari integrati di ambulatorio e alla presa in carico da parte di tutti i medici associati. Le ultime novità in merito alla medicina di gruppo integrata sono state presentate oggi alla stampa dall'assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana e dal direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari Antonio Ferro, insieme ai rappresentanti dei sindacati dei medici di medicina generale.
Le associazioni attivate in questi primi mesi del 2022 nei vari ambiti territoriali sono 33, per un totale di 142 medici che hanno scelto di associarsi: otto a Trento e Valle dei Laghi, dieci in Vallagarina e altipiani Cimbri, otto in Alto Garda, Ledro e Giudicarie, due in Valsugana, Tesino e Primiero, cinque in Valle di Non e Sole, Rotaliana e Paganella.
«A seguito dell’accordo dello scorso autunno per la costituzione delle medicine di gruppo integrate – ha dichiarato l’assessora alla salute Stefania Segnana – vogliamo dare un riscontro anche ai cittadini del grande lavoro che è stato fatto in questi mesi dall’Azienda sanitaria, in coordinamento con l’assessorato alla salute e il comitato di riferimento.
C’è stata una grande risposta da parte dei medici di medicina generale: abbiamo costituito 33 medicine di gruppo, delle quali fanno parte 142 medici. Grazie a questo tipo di organizzazione siamo riusciti ad intercettare le criticità che sono presenti in alcuni ambiti: saranno analizzate in un incontro tecnico, proprio per venire incontro alle esigenze dei medici. Da parte di tutti c’è la volontà di lavorare insieme e di dare una risposta più ampia ai bisogni dei cittadini e del territorio. Credo anche che questo sia un segnale forte di ripresa dopo la pandemia. Un esempio in questo senso è anche la messa a disposizione di oltre 120 unità di personale di segreteria a supporto dei medici che si riuniscono in gruppo».
Il direttore generale di Apss Antonio Ferro si è detto molto soddisfatto dell’intesa raggiunta con i sindacati e del rapporto costruttivo di questi mesi, fondamentale anche per il futuro: «Per Apss la riorganizzazione territoriale e della medicina di famiglia è essenziale per sviluppare una vera medicina di prossimità. La medicina di gruppo integrata rappresenta un primo importante tassello; il prossimo step saranno le Reti professionali locali all’interno dei distretti sanitari previsti dalla nuova riorganizzazione di Apss».
Positivi i commenti dei rappresentanti dei sindacati dei medici di medicina generale.
«Siamo felici dell’accordo raggiunto – ha dichiarato Matteo Giuliani (Fmmgi) – e speriamo che le medicine di gruppo siano funzionali non solo per i medici di medicina generale ma soprattutto per la popolazione e i pazienti sul territorio». Nicola Paoli (Cisl) ha evidenziato come la medicina integrata permetta di superare le lungaggini burocratiche a beneficio del paziente, ricordando che questo tipo di associazione rientra del nuovo modello della medicina generale previsto dal nuovo contratto nazionale.
Roberto Adami (Snami) ha sottolineato i numeri delle adesioni di questi primi mesi e ricordato come la medicina di gruppo integrata non sia un punto di arrivo ma un punto di partenza.
La conferenza stampa è stata occasione anche per affrontare il tema delle zone carenti dell’assistenza primaria. A marzo 2022 è stato pubblicato il bando con le 46 zone carenti e il 29 aprile sono state accettate undici zone: cinque a Trento, una a Roverè della Luna, una a Pinzolo, una a Ledro (Bezzecca), due ad Ala e una a Brentonico.
Tre di queste zone sono state coperte con trasferimento da altri ambiti della provincia e quindi sono state lasciate scoperte le seguenti località: Cembra, Bleggio Superiore, Levico. Tre delle zone carenti sono state accettate da medici con obbligo per borsa di studio aggiuntiva provinciale. I medici che hanno accettato dovrebbero inserirsi indicativamente a giugno 2022. Rimangono 35 zone non assegnate, che saranno pubblicate con la procedura SISAC verso il mese di luglio e in seguito proposte agli iscritti alla Scuola di medicina generale.