Sanità, i trentini che si curano altrove: bene cardiologia e protesica, criticità sui tumori
In provincia ritardi legati alla pandemia anche se i numeri, in alcuni settori, sono soddisfacenti. A certificarlo sono i dati del Pne, Piano nazionale esiti, di Agenas, l'agenzia sanitaria delle regioni che ha analizzato ricoveri ed esiti di 340 strutture italiane, tra le quali anche le nostre
TRENTO. I dati del 2021 rivelano che il Trentino, come molte altre realtà Italiane, non è riuscito a recuperare completamente i ritardi legati alla pandemia anche se i numeri, in alcuni settori, sono soddisfacenti. A certificarlo sono i dati del Pne, Piano nazionale esiti, di Agenas, l'agenzia sanitaria nazionale delle regioni che ha analizzato ricoveri ed esiti di 340 strutture italiane, tra le quali anche quelle trentine.
Analizzate le prestazioni in tutti gli ambiti, dalla cardiologia all'oncologia. I numeri rivelano un calo del volume di attività rispetto ai dati 2019 per alcune prestazioni, la fuga di pazienti per interventi su tumori maligni e in alcuni casi anche un peggioramento di alcuni indici che misurano la tempestività dell'intervento. Ci sono margini di miglioramento, ma il rapporto evidenzia comunque il buon livello di qualità delle cure.
Cardiologia
Tra i nuovi indicatori di Agenas c'è quello che considera quante persone ottengono l'angioplatica coronarica in caso di infarto entro 90 minuti dal ricovero in ospedale. Al S. Chiara la percentuale è buona, di pochi centesimi superiore al 60%, soglia prevista dal DM 70/2015. Nessuna possibilità di un simile intervento in tempi rapidi negli ospedali di valle (su 15 ricoveri nessuno è stato trattato), e bassa a Rovereto (il 7,14% su 14). Altro dato importante e in miglioramento è quello della mortalità a 30 giorni dell'infarto miocardico acuto. Su 481 casi, la percentuale di decessi è del 7,55%, la più bassa dal 2015.IctusLe malattie cerebrovascolari rappresentano un'insidia per una popolazione sempre più vecchia come quella trentina. Nel 2021 si è registrato un aumento della mortalità a 30 giorni che ha superato il 10%, mentre negli anni precedenti oscillava tra il 7 e l'8.
Frattura femore
Da tempo tra gli obiettivi sanitari c'è quello di ridurre i tempi per gli interventi in caso di frattura al femore. Soprattutto negli anziani questo comporta rischi di complicanze decisamente più bassi. Un dato che però nell'ultimo anno è decisamente peggiorato nella nostra provincia. Al S. Chiara, su 258 ricoveri per problemi di questo tipo, gli interventi entro due giorni sono stati il 63,54% rispetto al 79,76% del 2019. Meglio Rovereto che ha operato entro due giorni l'84,88% dei 181 casi e anche Cavalese con il 78,28% (su 54). Anche la mortalità a un anno per frattura del collo del femore è in leggero aumento.
Tumori maligni
I numeri rivelano che molti trentini, di fronte ad una diagnosi di tumore maligno, scelgono di farsi curare altrove. Nel caso di tumori alla prostata, ad esempio, lo fa quasi un trentino su due (su 294 trentini operati nel 2021, 163 hanno scelto strutture in provincia e 131 fuori). Stesso discorso per il pancreas (su 17 trentini operati, 12 sono andati in strutture extraprovinciali) e per la tiroide (su 98 interventi , il 40% è stato effettuato fuori provincia). Bene invece per il colon (quasi tutti si fermano in Trentino) e il tumore al seno.
Protesi
Rappresentano, per numero di interventi, un volume consistente dell'attività ospedaliera e garantiscono anche della mobilità attiva. Per le protesi all'anca i ricoveri sono stati 1.621 e i trentini che hanno subito un intervento di questo tipo 1.249 (il 10% è andato comunque fuori provincia).