Congedo mestruale per le dipendenti del Sistema bibliotecario
L'iniziativa a Vibo Valentia, in assenza di una legge nazionale a favore delle donne affette dal ciclo doloroso (si stima che siano circa tre milioni in Italia), decisioni analoghe anche in alcune aziende e scuole
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VIBO VALENTIA. Il Sistema bibliotecario vibonese, biblioteca multimediale di informazione generale sulla cultura contemporanea con sede a Vibo Valentia (Calabria), ha introdotto per le sue dipendenti il cosiddetto "congedo mestruale".
Alla stregua di quanto avviene in diverse aziende private, si tratta di una iniziativa che sopperisce all'assenza di una legge che stabilisca questo diritto, in particolare, per le donne affette dal ciclo doloroso di cui, secondo recenti stime, soffrirebbero circa 3 milioni di donne in Italia
"Si tratta - riferisce Fabio Signoretta, presidente del Sistema dallo scorso mese di gennaio - del primo ente pubblico in Italia che introduce una clausola contrattuale di questo tipo. Clausola che diventerà operativa dal prossimo primo gennaio".
"Il congedo mestruale - è detto in un comunicato - non viene equiparato alle altre cause di impossibilità della prestazione lavorativa e la relativa indennità che spetta alla donna lavoratrice non può essere computata economicamente, né a fini retributivi né contributivi, all'indennità per malattia. Si tratta infatti di un permesso con diritto alla retribuzione piena al 100% pari ad un giorno mensile per un totale di dodici annuali, in aggiunta a quelli previsti dal Contratto nazionale di lavoro".
Il presidente Signoretta, che ha espresso la propria soddisfazione per l'introduzione del congedo, ha aggiunto che "dovrebbe trattarsi di un diritto tutelato per legge, considerata la necessità di garantire le pari opportunità nella concretezza. Siamo però ben lieti di essere il primo ente pubblico in Italia ad averlo assicurato da contratto, senza la necessità di presentare alcun certificato medico e senza computarlo quale malattia. Verificheremo, nel corso del 2024, quali ulteriori miglioramenti potranno essere apportati e concerteremo eventuali future modifiche con tutte le parti che hanno cooperato per rendere possibile questa piccola grande rivoluzione".
"Durante l'astensione dal lavoro per 'congedo mestruale' - si afferma ancora nella nota - alla lavoratrice sarà dovuta una paga pari al 100% della retribuzione giornaliera, riproporzionata all'orario di lavoro svolto.
Unico onere a carico della dipendente è quello di comunicare al datore di lavoro di voler usufruire del giorno di permesso retribuito mestruale prima dell'inizio della prestazione lavorativa".