Riscaldamento globale: superato per la prima volta il limite di 1,5 gradi in un anno
Le rilevazioni di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell'Agenzia spaziale europea, record a gennaio. Wwf e Greenpeace criticano le misure stabilite dalla commissione Ue e dai governi: obiettivi troppo deboli contro l'inquinamento atmosferico
PARIGI. Il riscaldamento globale ha superato per la prima volta il limite di 1,5 gradi centigradi (1,48 rispetto al livello preindustriale 1850-1900) nel corso di un intero anno: lo afferma Copernicus, il programma di osservazione della Terra di Agenzia spaziale europea (Esa) e Commissione Ue.
Tra febbraio '23 e gennaio '24, la temperatura media globale è aumentata di 1,52 gradi. Gennaio 2024, inoltre, è stato il più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell'aria di 13,14 gradi, pari a 0,70 gradi sopra la media 1991-2020 di gennaio e +0,12 gradi rispetto alla temperatura del precedente record (gennaio 2020).
La Commissione Ue indica nel 90% il target di riduzione delle emissioni nel 2040 e per il Wwf "si tratta di un passo importante" ma "è interesse di tutti raggiungere la neutralità climatica prima".
"Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi dobbiamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 su scala globale - osserva la ong - Considerando la responsabilità dell'Ue per le emissioni storiche, sarebbe più giusto non fermarsi al 90%, ma puntare a zero emissioni nette entro il 2040". Come parte dell'obiettivo del 90%, la Commissione ha anche indicato come i settori dovrebbero contribuire agli sforzi per ridurre le emissioni, spiega il Wwf secondo cui "è evidente che non è prevista un'azione sufficiente sul fronte dell'uso del suolo, del cambiamento di uso del suolo e della silvicoltura, soprattutto attraverso il ripristino e la protezione degli ecosistemi naturali".
Tutti i settori, compresa l'agricoltura, spiega l'associazione ambientalista, "dovranno ridurre le emissioni in modo significativo e occorre passare a diete più sane con livelli inferiori di consumo di carne e latticini. Per l'agricoltura, il paradosso è ancor più evidente: più si accelera la decarbonizzazione, maggiori possibilità ci sono di limitare i fenomeni estremi che hanno già messo in ginocchio le attività agricole in molte zone e addirittura in alcune regioni, come la Romagna in Italia e la Tessaglia in Grecia.
Soprattutto, maggiori sono le possibilità di evitare che il clima si destabilizzi e l'agricoltura divenga molto, molto difficile". Secondo il Wwf, "tutti i sussidi ai combustibili fossili dovrebbero essere eliminati immediatamente e le risorse liberate indirizzate per sostenere la transizione ecologica aiutando famiglie e imprese. Il quadro politico va rafforzato, cioè combinato con adeguate misure di politica sociale".
Il nuovo target dell'Ue sul clima non include "le date per l'eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas, un'omissione enorme" secondo Greenpeace che critica anche la "retromarcia sui piani per ridurre le emissioni di gas serra derivanti dall'agricoltura". La ong ricorda che "la combustione di fonti fossili per produrre energia rappresenta circa il 75% di tutte le emissioni di gas serra prodotte dall'uomo nell'Ue".
Greenpeace avverte che "i piani della Commissione europea prevedono ancora un ruolo per il petrolio e il gas nei prossimi decenni, quando l'Ue dovrebbe raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 per essere in linea con l'accordo sul clima di Parigi".
La Commissione, prosegue la ong, "incoraggia inoltre un ruolo significativo per l'energia nucleare, che rischia di distogliere fondi da progetti che potrebbero mettere in rete l'elettricità rinnovabile o ridurre gli sprechi energetici in modo rapido ed economico, mentre gli impianti nucleari superano il budget di miliardi e con molti anni di ritardi".
Marco Contiero, direttore delle politiche agricole dell'Ue di Greenpeace, ha dichiarato: "Gli agricoltori sono in prima linea nella crisi climatica in Europa, affrontando siccità, incendi, inondazioni e smottamenti.
Ma i politici che ignorano i consigli scientifici su come aiutare gli agricoltori ad abbandonare la sovrapproduzione di carne e latticini - rileva - peggiorano il cambiamento climatico e lasciano l'agricoltura europea più esposta a condizioni meteorologiche estreme. Gli agricoltori sono i migliori alleati della natura, quando le regole, i mercati e i sussidi non li costringono a una scelta disperata tra la produzione industriale o il fallimento", conclude.