Sanità / Il tema

Guardie mediche, la riforma non convince la Consulta per la salute

La riorganizzazione presentata ai sindaci dall'assessore provinciale Mario Tonina presenta una serie di lacune, secondo la presidente dell'organismo, Elisa Viliotti: diminuiscono ancora i punti di accesso, per decongestionare il pronti soccorso bisogna fornire ai presidi territoriali maggiori strumenti diagnostici per le prestazioni a bassa complessità clinica (codici bianchi e verdi)

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Il nuovo modello di riorganizzazione della continuità assistenziale (ex guardie mediche) presentato mercoledì dall'assessore Mario Tonina ai sindaci non convince del tutto la Consulta della Salute che, numeri alla amano, mette in evidenza un calo sensibile dei punti di accesso e tempi di realizzazione lunghi.

«Posto che il rinvio alla sola centrale operativa può rivelarsi non sufficiente, la collocazione del servizio presso le Case di Comunità non solo determina l'attesa di qualche anno, ma anche la diminuzione dei punti di accesso essendo 10 le strutture finanziate dai fondi europei mentre 21 sono i riferimenti di continuità assistenziale attuali, peraltro già diminuiti da 36 a 21 nel 2016 (la rinuncia ai presidi di salute può diventare rinuncia al diritto di salute)», scrive in una nota la presidente Elisa Viliotti (foto sotto), che aggiunge: «Delle ulteriori 4 Case di Comunità, annunciate, si deve trovare copertura finanziaria e valutarne la collocazione. Anche la collocazione del servizio presso gli Ospedali, seppur più facilmente realizzabile, comporta un netto calo di punti di accesso, essendo solamente 7, mentre coinvolgere le Rsa significa auspicabilmente aprire ed affrontare compiutamente il tema della ridefinizione del ruolo delle stesse nella riorganizzazione della medicina territoriale».

Viliotti ritorna a porre l'accento sui nodi che Tonina e i vertici dell'Apss devono affrontare in tempi rapidi, offrendo risposte ai cittadini.

«Forti - dice la presidente - sono le esigenze di decongestionamento dei Pronti Soccorso e di riduzione dei tempi delle visite specialistiche, parzialmente arginabili dando alle guardie mediche e altri profili sanitari maggiori strumenti diagnostici per la gestione delle prestazioni minori a bassa complessità clinica (codici bianchi e verdi), sul modello di quanto fatto, ad esempio, in Emilia Romagna, con la costituzione dei Centri di Assistenza e Urgenza, che hanno consentito una riduzione della pressione sugli accessi del 15,5% per i codici bianchi e del 9% per i codici verdi già nei primi mesi di sperimentazione. Altrettanto sentita, come emerge anche dal Report di Federconsumatori sul monitoraggio nazionale delle liste di attesa, è la necessità di rinforzare l'area dell'assistenza distrettuale, relativa alle prestazioni sociosanitarie a valenza sanitaria, nella quale si registra l'indicatore molto critico sui tempi di attesa (punteggio pari a 0) e un significativo peggioramento di quello relativo all'assistenza domiciliare».

Tornando alla riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale la presidente della Consulta invita ad una riorganizzazione complessiva della medicina territoriale, che, sulla base dei modelli previsti dal Pnrr, prevedono "strutture che consentano di collegare i servizi ospedalieri e territoriali, e di attuare l'integrazione sociosanitaria, concretizzata, nelle Case di Comunità, attraverso l'équipe dei professionisti sanitari, della rete dei servizi presenti sul territorio e della partecipazione strutturata della Comunità, al fine di genere salute individuale e collettiva".

Villotti auspica la creazione di case di Comunità capaci di mettere insieme l'aspetto sanitario con quello sociale e lancia una proposta: «Per la riorganizzazione della medicina territoriale, serve coinvolgere, fin da subito, le rappresentanze del Terzo Settore e degli operatori di salute, per creare dei modelli non standardizzati ma realmente basati sulle risorse e sulle esigenze sociosanitarie dei singoli territori sui quali insisteranno le Case di Comunità. Per agevolare questo processo di partecipazione e co-progettazione, le Consulte per la Salute e per il Sociale si stanno attivando per costituire congiuntamente un "Tavolo per l'integrazione sociosanitaria" al quale saranno invitati a partecipare Enti del Terzo Settore, Apss, Provincia, Ordini delle professioni sanitarie e rappresentanze degli Enti locali».

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