Radiografia, vanno ridotti gli esami «non necessari»: l'intervista all'esperto
Premiato a Vienna il lavoro sui tumori cerebrali dell’unità operativa di Arco e di Rovereto. Da novembre al via la scuola di specializzazione in radiodiagnostica con sette iscritti
DATA Medicina e professioni sanitarie: da lunedì le domande per le borse di studio
TRENTO. La radiologia trentina premiata a Vienna all'European Congress of Radiology che ha visto la presenza di 20.522 partecipanti provenienti da 131 paesi del mondo. Il dottor Marco Parillo, medico radiologo presso l'unità operativa multizonale di Radiologia Rovereto-Arco, è stato tra i sette a ricevere quest'anno il prestigioso premio Magna Cum Laude a fianco di colleghi provenienti da Spagna, Italia, Qatar, Stati Uniti e India. Il lavoro riguardava il monitoraggio dei tumori primitivi del cervello.
«Per il Trentino è un risultato molto positivo a pochi anni dall'inizio del progetto della Scuola di Medicina, nato grazie alla collaborazione tra Università di Trento e Apss. La presentazione di risultati della ricerca a convegni e congressi nazionali ed internazionali rende lustro a quanto si è realizzato e si sta realizzando in Provincia di Trento, oltre a mantenere attrattive le nostre realtà sanitarie per i pazienti e i professionisti», dice il professor Carlo Cosimo Quattrocchi, professore ordinario di diagnostica per immagini e radioterapia al Cismed e direttore dell'unità operativa di radiologia a Rovereto e Arco.
Professor Quattrocchi, quest'anno per la radiologia al Cismed di Trento è un anno importante per il fatto che è partita la scuola di specializzazione?
Si, ci sono sette iscritti. Due sono campani, un siciliano, un padovano e tre trentini. Sono iniziate le lezioni già dal mese di novembre e per il primo anno lavorano tutti tra Rovereto e Arco. La loro presenza, oltre che un grosso aiuto, ha portato anche una forte spinta motivazionale per tutti.
Il problema delle liste d'attesa riguarda anche gli esami radiologici. Non c'è medico che per fare la diagnosi non richieda un'ecografia, una radiografia, una TC o una risonanza. Eppure, per ridurre i tempi di attesa, si parla di governare la domanda. É possibile secondo lei?
Ci sono due modi: uno è quello di filtrare la domanda a monte o a valle. Si può fare in modo che i medici di medicina generale prescrivano meno esami oppure, anche quando il medico li prescrive, prevedere un vaglio da parte del radiologo che valuta se le informazioni che l'esame è in grado di fornire sono fondamentali per la diagnosi. Ma questo metodo crea sempre un certo disagio perché si tratta a volte di contrapporre la volontà di due professionisti.
E l'altro metodo?
Aumentare offerta, che è quello che poi alla fine si tende a fare. A Rovereto, nel primo bimestre 2025, abbiamo osservato un aumento delle prestazioni radiologiche erogate del +28% rispetto allo stesso periodo del 2024 e del + 36% rispetto al 2023.
Pochi giorni fa la presidente della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica ha parlato di un 40% di esami di diagnostica per immagini inappropriato. Troppi esami inutili, in pratica. Condivide?
Sì. Credo che si debbano fare gli esami che davvero sono in grado di influenzare le valutazioni cliniche, che aiutano il professionista a decidere. A volte, invece, si fanno esami a prescindere. Penso alla radiografia al torace che viene effettuata a tutti prima di ogni intervento senza che il soggetto abbia problemi di salute particolari. Centinaia e centinaia di esami senza un reale quesito. Un tempo si effettuavano visite, si sospettava qualcosa e si chiedeva l'esame per capire. Oggi si fa tout court a tutti perché si pensa non si possa fare diagnosi senza. É anche colpa della medicina difensiva, perché in questo modo non si corrono rischi. Quest'anno abbiamo fatto anche un approfondimento sulle richieste di risonanza magnetica delle articolazioni del ginocchio e dell'anca per artrosi. Un esame che non va fatto a tutti, nella maggior parte dei casi è sufficiente una radiografia. Ci sono poi tanti casi in cui vengono prescritti doppi esami per lo stesso quesito diagnostico, risonanza e raggi X, ecografia e risonanza, quando spesso ne basta solamente uno.
Recentemente sono stati pubblicati dei dati sulla obsolescenza dei macchinari. Quanto è importante avere macchinari all'avanguardia?
Beh, non è proprio un problema di corretta diagnosi o meno. La questione è che questi macchinari, come tutti gli apparecchi elettronici, prima o poi si guastano se sono stati utilizzati intensamente e per molti anni. Poi ci sono comunque apparecchiature che in Trentino non sono disponibili. Penso a certi esami cardiologici che con le nostre apparecchiature di Risonanza Magnetica non riusciamo ad eseguire.
Quale sarà il futuro della radiologia? A cosa porteranno le nuove innovazioni?
La ricerca che stiamo portando avanti presso l'unità operativa multizonale di Rovereto ha fino ad ora prodotto la pubblicazione di circa 50 articoli scientifici su riviste prestigiose della radiologia e orientati su tre ambiti: l'affidabilità diagnostica degli esami radiologici, la sicurezza e ottimizzazione d'uso dei mezzi di contrasto in radiologia e le tecniche avanzate - inclusa l'intelligenza artificiale - in neuroradiologia e cardioradiologia.
Quando arriverà l'intelligenza artificiale ad aiutare nella lettura degli esami in Trentino?
Entro quest'anno, grazie ad un accordo tra Cismed e Apss, l'intelligenza artificiale aiuterà nella lettura della mammografia con tomosintesi presso l'unità di Senologia. Va però detto che le macchine sono importanti, ma altrettanto lo sono le risorse umane.