Trento, sempre peggio: pignorati 24 giocatori
Al peggio non c'è mai fine. L'ultima puntata dell'ingloriosa telenovela sul Calcio Trento è stata ambientata ieri, nel primo pomeriggio, quando negli uffici del comitato trentino della Federazione italiana gioco calcio è piombato l'avvocato padovano Giuseppe Agostini accompagnato dall'ufficiale giudiziario. Obiettivo, centrato, il pignoramento dei cartellini dei giocatori tuttora tesserati per il Calcio Trento. E il bottino è risultato superiore alle aspettative visto che il legale è riuscito a bloccare ben 24 giocatori gialloblù che, quindi, non potranno essere ceduti ad altre società fino a quando il Trento non salderà il debito di quasi 80 mila euro che il sodalizio deve a Calcio Group
Al peggio non c'è mai fine. L'ultima puntata dell'ingloriosa telenovela sul Calcio Trento è stata ambientata ieri, nel primo pomeriggio, quando negli uffici del comitato trentino della Federazione italiana gioco calcio è piombato l'avvocato padovano Giuseppe Agostini accompagnato dall'ufficiale giudiziario. Obiettivo, centrato, il pignoramento dei cartellini dei giocatori tuttora tesserati per il Calcio Trento. E il bottino è risultato superiore alle aspettative visto che il legale è riuscito a bloccare ben 24 giocatori gialloblù che, quindi, non potranno essere ceduti ad altre società fino a quando il Trento non salderà il debito di quasi 80 mila euro che il sodalizio deve a Calcio Group, il creditore che ha promosso la clamorosa azione giudiziaria, senza precedenti nella storia del calcio trentino.
Fra gli altri, dovranno restare fermi fino a nuovo ordine giocatori del calibro Roberto De Zerbi, Aimo Diana, Marco Zamboni (peraltro attualmente squalificato per l'inchiesta calcioscommesse), Pietro Sforzin, Alessio Casagrande, Andrea Gattamelata, e ancora Matteo Corradini, Tommaso Nieddu, Marco Corraini e altri giocatori del settore giovanile per un valore complessivo valutato dall'ufficiale giudiziario in 120 mila euro.
Che fine faranno? Se la proprietà del Calcio Trento - il 40% delle quote è detenuto da Manuela Misino (compagna di Piervittorio Belfanti) e il restante 60% dall'avvocato Davide Pini e dall'imprenditore Alfredo Morelli - non salderà i debiti, Calcio Group ha novanta giorni di tempo per chiedere al tribunale di Trento l'autorizzazione a mettere in vendita all'asta i cartellini dei giocatori.
Riavvolgiamo il nastro. Mauro Prizzon, titolare di Calcio Group, azienda specializzata in forniture per società sportive con sede a Trichiana (Belluno) e un negozio anche in via Bolzano a Trento, alcuni anni fa aveva siglato un contratto per fornire anche alla società gialloblù il materiale tecnico necessario alla squadra. All'epoca il presidente era ancora il veronese Mario Di Benedetto. Secondo Prizzon, il contratto di fornitura, nonostante fosse ancora valido, è stato rescisso unilateralmente, all'inizio dell'ultima stagione agonistica, dal Trento che ha preferito rivolgersi a un'altra azienda. Calcio Group lamentava però il mancato pagamento, nel corso degli anni, di forniture per il valore di circa 70 mila euro, interessi e penali esclusi.
Quest'anno Prizzon ha così deciso di recuperare il suo credito, affidando l'incarico all'avvocato Agostini dello studio legale Bugaro di Padova. Il titolare della Calcio Group ha però subito scartato l'ipotesi di chiedere il fallimento della società aquilotta: «Io amo il calcio - ha continuato a ripetere Prizzon - e non voglio far fallire nessuno. Voglio soltanto recuperare i soldi che mi spettano».
È partita così la richiesta di emissione di un decreto ingiuntivo, subito accolta dal tribunale di Belluno. E, per farlo eseguire, l'avvocato Agostini ha atteso il mese di luglio, cioè dal momento in cui, alla luce della retrocessione in Eccellenza, dei gialloblù si occupa la Federcalcio trentina e non più la Lega nazionale Dilettanti.
«Questi 24 giocatori - spiega il legale padovano - non potranno essere ceduti. Avendo pignorato i loro cartellini che li vincolano, dal punto di vista sportivo, al Calcio Trento, le loro prestazioni sono al momento bloccate. Sia chiaro a tutti: noi non ce l'abbiamo con i giocatori ma il patrimonio della società è ridotto soltanto alla proprietà di questi cartellini e quindi non potevamo aggredire alcun altro bene per soddisfare il credito del mio cliente».
E adesso cosa accadrà a questi giocatori? «Se il Trento non pagherà i suoi debiti - risponde l'avvocato Agostini -, chiederemo al tribunale della vostra città l'autorizzazione alla loro vendita. Sarà organizzata un'asta, come accade per le automobili sequestrate. Abbiamo novanta giorni di tempo per intraprendere questa iniziativa. A dir la verità, siamo rimasti sorpresi nello scoprire che ci fossero giocatori così importanti, come De Zerbi e Diana, ancora vincolati al Calcio Trento».
Ma i singoli giocatori non possono riscattare il proprio cartellino? «Potranno eventualmente farlo partecipando all'asta. La vicenda è comunque delicata sotto il profilo legale perché in materia c'è davvero poca dottrina e giurisprudenza. E poi si interseca con l'ordinamento sportivo, con inevitabili complicazioni. Il vincolo sportivo è a mio avviso incostituzionale ma finché c'è, può essere sfruttato anche per le vie giudiziarie. Ci sono stati altri pignoramenti di giocatori quando fallirono il Monza e la Reggiana, ma stiamo davvero entrando in un terreno davvero inesplorato. Il nostro auspicio è che il Calcio Trento saldi le nostre spettanze».
Nei prossimi giorni si vedrà se questa azione rappresenterà la pietra tombale sulla storia sportiva del Calcio Trento. Quantomai disgraziata negli ultimi anni.