Trento Calcio in tribunale a un passo dal fallimento
Il Trento Calcio è a un passo dal fallimento. La scorsa settimana, ma la decisione è stata depositata nella cancelleria fallimentare soltanto lunedì, è stato infatti dichiarato il concordato preventivo della «Trento Calcio 1921 Srl». Si tratta di una procedura con cui la società cerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarata fallita e tenta di superare la crisi in cui versa. Il bilancio 2013 si è chiuso in rosso di 51mila euro, i debiti sono di 476mila euro
La squadra si sta allenando in vista della ripresa del campionato di Eccellenza, prevista con la prima giornata di ritorno domenica 2 febbraio. Ma il futuro del Trento Calcio si sta giocando nelle aule del tribunale.
La scorsa settimana, ma la decisione è stata depositata nella cancelleria fallimentare soltanto l'altroieri, è stato infatti dichiarato il concordato preventivo della «Trento Calcio 1921 Srl». Si tratta di una procedura concorsuale con cui la società cerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarata fallita e tenta di superare la crisi in cui versa.
Che la situazione finanziaria della squadra gialloblù non fosse delle migliori, era stato certificato a inizio dello scorso mese di luglio quando, su richiesta di un fornitore di materiale sportivo, vennero pignorati i cartellini di 24 giocatori del Trento. Ma segnali inequivocabili che la situazione non fosse nel frattempo migliorata, sono arrivati non più tardi di una settimana fa con la decisione della Commissione accordi economici della Lega nazionale Dilettanti di condannare il Trento a pagare 9.500 euro di compensi non versati nella scorsa stagione agonistica all'attaccante Roberto Aquaro.
Il tribunale ha individuato nella figura del commercialista Tiziano Romito il commissario giudiziale che dovrà vigilare sulla procedura. Toccherà a lui vagliare le carte prodotte dal Trento, verificare eventuali ostacoli o criticità nell'iter concorsuale, redigere una relazione in favore dei creditori, convocarli in una riunione e verificare se sono soddisfatti del piano concordatorio che la società dovrà presentare entro il prossimo 20 marzo. Vigilanza in questo caso ancor più stretta perché il Trento ha presentato la richiesta di concordato subordinandolo alla continuità dell'attività di impresa, in questo caso quella sportiva. Se la risposta dei creditori sarà positiva, la società gialloblù potrà ripartire da nuove basi, in caso contrario si andrà verso il fallimento.
«Il concordato rappresenta il desiderio forte della società di essere riabilitata una volta per tutte».
Piervittorio Belfanti parte deciso all'attacco, come d'abitudine. «Già a metà dicembre avevamo presentato una richiesta in questo senso al tribunale, in seguito a un'istanza di fallimento presentata da un commercialista trentino - spiega l'imprenditore virgiliano - ed è bene precisare che questa istanza si riferiva a fatture della stagione 2009/10, ovvero a cavallo dell'era Di Benedetto-Fattinger. La società, sostenuta in parte dal sottoscritto e in parte dal presidente Morris Pagniello, ha deciso di affrontare la questione di petto. È impossibile pensare di fare ancora calcio, di investire a lungo termine, senza tirare una riga sul passato. Io e Morris ne abbiamo discusso a lungo, la volontà di andare avanti ha prevalso su qualsiasi altra considerazione, anche perché mollare avrebbe significato buttare via tutto il lavoro di questi ultimi due anni, durante i quali abbiamo dimezzato la situazione debitoria. Non dimentichiamoci che il 95% delle pendenze del Trento Calcio risalgono a gestioni precedenti alla mia. Detto questo, sarebbe stato davvero un peccato non continuare. Per questo abbiamo presentato tutto in tribunale e affidato l'incarico a un professionista di Trento. Credo che si tratti di una dimostrazione di assoluta serietà e chiarezza».
Si possono fare delle cifre, per quanto dovrebbe esporsi la società? «Diciamo che si tratta di una cifra vicina ai 200 mila euro. Arrivati a questo punto sarà importante capire se c'è realmente la possibilità di dare vita a un progetto serio. Non dovesse passare la nostra proposta allora toccherà a qualcun altro andare avanti».
I tifosi restano piuttosto scettici sulle intenzioni della società: «La verità è che i tifosi non hanno mai partecipato veramente alle disavventure del Calcio Trento, prima o poi capiranno».
C'è anche la spina Aquaro, l'ex attaccante che deve ricevere 9.500 euro: "È un problema di Bizzozero. Con noi aveva già risolto il contratto a dicembre del 2012, è stato Bizzozero, insieme a De Paola, a decidere di tenerlo. Toccherà a lui pagarlo».
Un mese fa si parlava di un probabile approdo di Belfanti in riva all'Adriatico, è saltato tutto con il Rimini? «Precisiamo una cosa: io non ho mai detto di voler abbandonare Pagniello e il Trento. Con la società romagnola avevamo trovato un accordo, abbiamo fatto una richiesta senza ricevere ancora le garanzie necessarie perché il tutto possa concretizzarsi. Resta un progetto in cantiere con la prima squadra, per ora in stand by. Adesso però voglio solo pensare al Trento, non siamo ancora salvi come società ma con Pagniello c'è la possibilità di realizzare qualcosa di importante. E poi la squadra non è mai stata così forte come in questo momento. Può vincere il campionato».