Trento calcio «sotto» di oltre 600 mila euro
Hanno seguito fianco a fianco la partita con il Salorno. Adesso fuori dal campo ne dovranno giocare un'altra ben più difficile Morris Pagnello e Piervittorio Belfanti. La strana coppia di via Sanseverino, le due anime di una società che si sforza di rimanere a galla. Nella stanza dei bottoni si aggira da tempo anche Gianni Dondi, barba grigia e capello fluente, sulla carta il proprietario delle quote societarie, ma provare a rivolgergli la parola è un esercizio vano. Sin dal primo giorno il coiffeur mantovano si è arroccato dietro un ostinato silenzio. Inutile girarci intorno, gli unici reali interlocutori restano Belfanti e Pagnello
Hanno seguito fianco a fianco la partita con il Salorno. Adesso fuori dal campo ne dovranno giocare un'altra ben più difficile Morris Pagnello e Piervittorio Belfanti. La strana coppia di via Sanseverino, le due anime di una società che si sforza di rimanere a galla. Nella stanza dei bottoni si aggira da tempo anche Gianni Dondi, barba grigia e capello fluente, sulla carta il proprietario delle quote societarie, ma provare a rivolgergli la parola è un esercizio vano. Sin dal primo giorno il coiffeur mantovano si è arroccato dietro un ostinato silenzio. Inutile girarci intorno, gli unici reali interlocutori restano Belfanti e Pagnello.
Fiducia a oltranza.
A dispensare pillole di ottimismo provvede già nell'immediato dopo gara Piervittorio Belfanti che a dispetto delle cariche di facciata, resta il vero titolare. «Dopo la richiesta di concordato abbiamo avuto un primo incontro con l'ufficiale giudiziario incaricato di seguire la vicenda, il quale ha giudicato positivamente il nostro programma di rientro - spiega -. Adesso stiamo cercando la strada giusta per risolvere la questione fuori dalle aule di tribunale. Ci siamo già mossi e abbiamo avuto delle prime risposte incoraggianti da alcuni creditori. Sono convinto che si potrà trovare un accordo prima della scadenza del 20 marzo, in modo tale da dare subito corso al piano di rilancio».
I debiti superano i 600mila euro, non certo bruscolini, ma Belfanti ci tiene a ricordare che «oltre il novanta per cento di questi appartengono alla precedente gestione». La parte più consistente del debito riguarda l'Erario, «ma questo non è un problema perché c'è un piano di rientro in tre anni già avviato» aggiunge il patron mantovano. Il resto potrebbe essere coperto dall'offerta messa sul piatto da Morris Pagniello, circa 200mila euro.
Basteranno? Difficile dirlo, molto dipenderà dall'atteggiamento dei creditori. Nel frattempo il manager australiano ha ribadito la sua condizione per investire: il Trento gli interessa solo a patto che vinca il campionato.
Una squadra con la mentalità giusta.
Messaggio ricevuto dalla squadra che ha fatto la sua parte domenica trovando tre punti pesanti con l'ex capolista Salorno anche se non ha soddisfatto del tutto il presidente, alla ricerca ancora di una punta di ruolo per rinforzare il fronte d'attacco. Preoccupa il vistoso calo fisico della ripresa, consegnata di fatto agli ospiti. I nuovi innesti però non sono dispiaciuti, almeno per un tempo. In particolare il piccolo esterno Alessandro Riggi , uno dei tanti giovani girovaghi del pallone portati a Trento da Pagniello. Faccia pulita da bravo ragazzo, modi educati e gentili, Riggi, classe '93, italo-canadese di Montreal, ha lasciato intravedere a sprazzi doti tecniche e rapidità di movimenti non comuni. In testa due modelli, manco a dirlo Giovinco e Insigne. «È stata dura - rivela - non giocavo una partita vera da quattro mesi, il campo era pesante e alla fine mi sono venuti persino i crampi».
Con l'ingresso di Riggi, Konyit, Manas, Beccaria, e ora Tommasello, il Trento ha cambiato volto rispetto all'andata: «Adesso siamo una squadra che gioca con la mentalità giusta e con maggiore velocità - sottolinea Riggi, che ha vestito pure la maglia della nazionale canadese under 20 - c'è molta intesa con il Mister, il gruppo è unito e lavora sodo, credo che tra qualche giornata si vedrà il livello del vero Trento».
Rimanere fuori per così tanto tempo non deve essere stato facile, per di più in un ambiente difficile come questo: «Sì è vero, ma il calcio è soprattutto una questione di testa. Poi qui tutti sono stati davvero disponibili. Noi non abbiamo mai smesso di allenarci con la giusta intensità, crediamo in quello che stiamo facendo e giocare in Italia, anche se in Eccellenza, rappresenta comunque un'esperienza importante. Abbiamo parlato a lungo con il presidente e ci ha rassicurati. La situazione ora è molto più tranquilla. I tifosi? Sono esigenti ma è giusto che sia così: l'unico modo per riavvicinare la gente è continuare a vincere».
Ma questo Trento può puntare davvero in alto? «Io sono convinto di sì, sei punti da recuperare non sono molti e la squadra non può che crescere».