Il capo del calcio locale «Noi appoggiamo Tavecchio»
Dopo le durissime polemiche seguite alla frase di stampo razzista pronunciata da Tavecchio (nella foto), il presidente della Figc trentina Ettore Pellizzari non cambia idea sulla candidatura del dirigente lombardo: dovrà essere lui il prossimo presidente della FigcI tuoi commenti
TRENTO - Al presidente della Figc trentina Ettore Pellizzari non fa difetto la coerenza. Fin dalle dimissioni di Giancarlo Abete alla presidenza nazionale della Federcalcio, presentate subito dopo l'eliminazione dell'Italia dai Mondiali di calcio in Brasile, ha sostenuto che l'uomo giusto per sostituirlo era Carlo Tavecchio, presidente della Lega Nazionale Dilettanti dal 1999 che Pellizzari conosce quindi molto bene. E ora, dopo le durissime polemiche seguite alla frase di stampo razzista pronunciata da Tavecchio, non cambia idea sulla candidatura del dirigente lombardo: dovrà essere lui il prossimo presidente della Figc.
Pellizzari, la corsa alla poltrona sembrava chiusa a favore di Carlo Tavecchio, ma dopo lo «scivolone sulle banane» la storia è cambiata.
«Carlo Tavecchio stava vincendo per 2-0, dominava la partita con facilità, ma non è rimasto concentrato e ha fatto un'autorete. L'avversario s'è ringalluzzito ed ora sul 2-1 cerca con ogni mezzo di ribaltare il risultato».
Come finirà?
«Non lo so. Può succedere ancora di tutto da ora a lunedì 11 agosto, giorno dell'Assemblea elettiva. Ritengo che se non intervengono strani provvedimenti di organi superiori Tavecchio possa vincere. Me lo auguro».
Quindi il Comitato di Trento continua ad appoggiarlo?
«L'assemblea delle società dello scorso 14 luglio ha dato ai due delegati assembleari il mandato di votare Tavecchio, che è sostenuto anche da tutti gli altri Comitati regionali d'Italia«.
Ma per voi non è cambiato nulla dopo la frase di stampo razzista pronunciata da Tavecchio durante l'assemblea straordinaria della Lnd.
«A quell'assemblea insieme a me c'erano il segretario Roberto Bertelli e i due delegati assembleari Fiorenzo Rigon e Alberto Sordo. La frase ovviamente l'abbiamo sentita, ma a nessuno di noi e nemmeno a tutti gli altri presenti è sembrata una frase di stampo razzista, anzi, caso mai il senso era esattamente il contrario. Certamente quell'espressione gergale era da evitare».
Demetrio Albertini non vi sembra una valida alternativa?
«No. Non discuto la sua persona, ma non può rappresentare le società dilettantistiche. Viene dal mondo dorato del calcio professionistico ed è portatore d'interessi che contrastano con noi, come ad esempio l'abolizione del vincolo sportivo. Per noi Tavecchio è assolutamente migliore».
Quasi tutti sostengono che il presidente della Lnd non è razzista ma che queste uscite dimostrano la sua inadeguatezza a ricoprire un incarico così importante.
«Non è così. E glielo dimostro rivelandole un retroscena. La dichiarazione incriminata è stata rilasciata in una fase difficile, dal punto di vista personale, per Tavecchio visto che suo fratello era stato appena sottoposto a una delicata operazione chirurgica. Questo fatto gli ha tolto un po' di lucidità e noi che lo conosciamo da tempo lo abbiamo notato subito. Detto questo, Tavecchio può tranquillamente rivestire l'incarico di presidente della Figc. Dopo questo scivolone, non ne commetterà altri e sarà sempre concentrato sulle cose da fare».
Piena sintonia con Tavecchio dunque, nonostante le condanne subite in passato.
«No, piena sintonia no, però quando due compagni di squadra giocano una partita contro una squadra avversaria, in campo devono collaborare per vincere, anche se quando sono fuori da quel campo e su altre questioni non vanno d'amore e d'accordo. Per quanto riguarda le condanne da lui subite fuori dal contesto sportivo. io non ho il diritto di giudicare: se non ci sono motivi di incompatibilità normativa alla sua elezione non vedo il problema».
Ma non trova singolare che a decidere il presidente della Figc siano di fatto Lega nazionale Dilettanti e Lega Pro cui sono assegnati il 51% dei voti, con le Leghe di Serie A e di Serie B di fatto messe ai margini?
«Questa proporzione è stata stabilita dal decreto Melandri del 1999 con cui si assegnava il 30% dei voti alle componenti tecniche (allenatore e giocatori) e il rimanente 70% da dividere a metà tra calcio professionistico e dilettantistico. Se non è colpa dei Dilettanti se il calcio professionistico è diviso, con Lega Pro da una parte e Leghe di A e B dall'altra. Non dimentichiamo che il pianeta dei dilettanti è numericamente debordante rispetto a quello dei professionisti. Se si vogliono tarare diversamente le componenti, si vada a incidere su quelle tecniche prevedendo che cedano un 5% della loro quota alla Lega di Serie A. Su questo punto la nostra posizione è ferma. È un tema che abbiamo approfondito più volte: il nostro peso politico ci è stato assegnato con legge dalla Melandri e noi non vi rinunciamo».
Cosa chiedono le società trentine?
«Ecco, dispiace che questo indegno polverone, finalizzato più che altro a delegittimare uno dei due candidati alla presidenza della Figc, abbia occultato il dibattito sulle problematiche che le società, in grande difficoltà economica, chiedono di affrontare e risolvere. Alberto Sordo, presidente dell'Isera, in accordo con l'altro delegato Fiorenzo Rigon del Telve, leggerà nell'assemblea dei delegati, in programma a Roma domenica 10 agosto prossimo, un documento con il quale si chiederà la conferma del vincolo sportivo per i calciatori dilettanti , l'abbattimento degli oneri che attualmente gravano sul volontariato sportivo, non solo quelli di ordine finanziario, un alleggerimento sostanziale degli adempimenti burocratici. In definitiva si chiede che alle società calcistiche dilettantistiche venga riconosciuto un ruolo centrale, non strumentalizzabile, nella politica della Figc e della Lnd».