Mondiali di Kazan, la trentina Bridi è nona da esordiente nella 5 km di nuoto di fondo

La statunitense Haley Anderson si conferma campionessa del mondo vincendo la 5 chilometri di Kazan in 58'48"4 (30'27"8 ai 2500), accompagnata sul podio dalla greca Kalliopi Araouzou (58'49"8 / 30'29) e dalla tedesca Finnia Wunram (58'51 / 30'29"5). Il volto della delusione è dell'olandese Sharon Van Rouwendaal allenata da Philippe Lucas; in testa per gran parte della gara, prima di essere chiusa dall'imbuto formato in recupero dal trio medagliato e piazzarsi al quarto posto (58'55"5 / 30'24"2). Le azzurre non sono mai state nel gruppo di testa e quando hanno provato a rientrare sono state respinte anche con qualche colpo di troppo. Nona l'esordiente Arianna Bridi in 59'12"9 (30'32"9); undicesima Martina Grimaldi in 59'16 (30'37"2).


"Ho qualche rammarico perché sento che avrei potuto dare di più. Non mi sento distrutta come dovrebbe essere dopo cinque chilometri nuotati ad un ritmo così elevato - racconta Bridi, trentina che compirà 20 anni il prossimo 6 novembre, dell'Esercito e allenata da Luca Moser alla Rari Nantes di Trento - All'inizio non sono riuscita a tenere la rotta di Eva Risztov. Mi è scappata via e sono rimasta in gruppo mentre lei si è portata in testa. Poi ho mantenuto una buona andatura; quando ho cercato un varco per accelerare sono rimasta intrappolata sia sulla destra sia sulla sinistra. Ho raggiunto l'obiettivo di arrivare tra le prime dieci - continua la campionessa universitaria della 10 chilometri tesserata per Esercito e RN Trento - ma forse avrei potuto chiudere ancora più avanti. Il bacino è molto bello; l'acqua freddina. Potrebbe condizionare la prestazione nella 25 chilometri".

Rammaricata anche Martina Grimaldi, campionessa uscente della 25 chilometri. "Ne esco un po' così. Felice per aver nuotato vicino al gruppo di testa ed essere stata in zona sprint a lungo; delusa per non aver trovato lo spazio e la velocità per portare l'attacco nel finale". Del resto per la 26enne bolognese di Fiamme Oro Napoli e Uisp Bologna è stata una stagione condizionata da molteplici problemi e la mancanza di allenamento purtroppo nel fondo non fa sconti. "Il mio campionato mondiale finisce qui. Sapevo che questa volta sarebbe stata dura - continua l'azzurra, bronzo olimpico a Londra e vincitrice di oltre dieci medaglie iridate e continentali - Desideravo onorare la maglia dell'Italia e penso di esserci riuscita, almeno in parte. Ho dato e ricevuto molto da questo sport e desidero proseguire la mia carriera ad alto livello; la prossima stagione sarà diversa".

Podio e piazzamento italiane
1. Haley Anderson (USA) 58'48"4
2. Kalliopi Araouzou (Gre) 58'49"8
3. Finnia Wunram (Ger) 58'51"
9. Arianna Bridi 59'12"9
11. Martina Grimaldi 59'16"

 

Matteo Furlan conquista la medaglia di bronzo nella 5 chilometri di nuoto di fondo ai campionati mondiali, in svolgimento a Kazan. Per il 26enne di Pordenone, allenato da Moreno Daga, si tratta della prima medaglia internazionale della carriera all'esordio iridato dopo l'argento nella 10 Km delle Universiadi di Gwangju.
L'Italia non conquistava una medaglia mondiale sulla distanza dal bronzo di Simone Ercoli a Montreal 2005, che poi si confermò l'anno successivo a Napoli nei mondiali di specialità. In precedenza c'era riuscito Luca Baldini, bronzo a Perth 1998 e d'oro a Fukuoka 2001.
L'azzurro - tesserato per Marina Militare e Team Veneto - copre la distanza in 55'20" (28'54"5 ai 2500 metri) e contende il gradino più alto del podio a Chad Ho (28'56"2) e al tedesco Rob Muffels (28'49"7), divisi solo dal photo finish dopo l'arrivo in 55'17"6 che premia il sudafricano.
"Ho cercato di restare in gruppo nel primo giro senza sprecare troppe energie - racconta Furlan, 12esimo ai 2500 metri - poi ho cambiato passo. Forse troppo in fretta. Se fossi rimasto più nascosto probabilmente avrei avuto maggiori chances nel finale". Esordio con medaglia e un pizzico di rammarico "perché, col senno di poi, nessun traguardo mi sarebbe stato precluso anche se alla vigilia non immaginavo di poter salire sul podio. L'ultima boa mi ha un po' penalizzato; non riuscivo a vedere il traguardo, mi è mancata la visione di campo, così sono stato raggiunto ed è stato difficile tenere il passo degli avversari negli ultimi metri". Già d'argento alle Universiadi, Furlan aveva anche portato il primato personale nei 1500 sul 15'13"76 che alimentava un ottimismo concreto. "Sapevo di essere in crescita e di avere un'occasione da giocare. Ma dalla teoria alla pratica il passo è molto lungo. Sono riuscito a compierlo perché ho nuotato con lucidità. Sono sempre stato attento nel corso della gara, ad eccezione dell'ultima boa che mi ha disorientato".

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