Comano Fiavè, ammoniti in due fuori due turni
Forse non entrerà negli annali del calcio regionale ma è comunque destinata a fare giurisprudenza la decisione presa ieri dal giudice sportivo della Figc. Josef Reiter (assieme ai collaboratori Lorenzo Spinelli, Robert Eschgfäller, Norbert Zanotti e il rappresentante Aia Michele Toccoli) ha infatti squalificato per due giornate Adriano Francescotti, capitano del Comano Fiavè, e il suo compagno di squadra Nicola Donati.
Una decisione, quella del giudice, che ieri ha lasciato di sasso tutto il mondo del calcio d’Eccellenza. La squalifica per due giornate di solito è la conseguenza quanto meno di un’espulsione. Nel caso dei due giudicariesi, invece, domenica c’era stata una «semplice» ammonizione per proteste a seguito della decisione dell’arbitro, la signora Silvia Gasperotti, di fischiare un rigore a favore dell’Appiano.
A Maso Ronco si è ben oltre il novantesimo, in pieno recupero dunque, sul risultato di uno a uno (ospiti giudicariesi in vantaggio proprio grazie a Donati, pareggio altoatesino con Osti). Eufemistico dire che il fischio della direttrice di gara non va giù ai trentini. Francescotti e Donati protestano. Evidentemente in maniera piuttosto energica. L’arbitro li ammonisce e fa calciare il rigore. Il portiere del Comano Fiavé Thomas Lorenzi compie il miracolo.
Uno a uno finale e tutti a casa. Le varie arrabbiature con tante «zeta» si lavano via sotto la doccia e la vicenda sembra chiusa.
E invece no. Ieri il giudice sportivo, evidentemente sulla base del referto dell’arbitro, ha deciso per la squalifica di due giornate a Francescotti e Donati «per avere, in reazione, disapprovato il provvedimento di ammonizione e proferito all’indirizzo della direttrice di gara diversi gravi insulti».
Decisione inconsueta - almeno a livello di calcio minore - quella di rivedere i provvedimenti dell’arbitro, ma che il giudice sportivo ha preso ai sensi dei commi 4 e 9 dell’articolo 19 del Codice di giustizia sportiva.
La notizia è arrivata in Giudicarie ieri pomeriggio come un fulmine a ciel sereno. «Dire che siamo sorpresi è poco» il primo commento del dg Roberto Filippi. «Io non ero presente alla gara, ma ho sentito i ragazzi e l’allenatore. Per i due giocatori metto le mani sul fuoco. Anzi, il capitano Francescotti è uno che in campo non parla mai».
Il giudice sportivo, però, parla di gravi insulti. «Qualcosa ci sarà stato visto che sono stati ammoniti, ma se ci fosse stata una situazione veramente così grave li avrebbe espulsi, o no?» prova a chiedersi Filippi.
Al quale giunge indiretta una risposta dal presidente della Figc provinciale Ettore Pellizzari. «Una sanzione del genere effettivamente non è consueta, nel senso che di solito l’arbitro quando sente insulti gravi espelle il giocatore» spiega. «Il regolamento, però, prevede questa fattispecie, e cioè che il giudice sportivo può rivedere e inasprire l’ammonizione se ne ravvede gli estremi - aggiunge -. Inoltre è anche possibile che l’arbitro si possa limitare all’ammonizione per evitare che la situazione in campo degeneri ulteriormente, riservandosi però di mettere poi tutto a referto».
In effetti non è da escludere che la signora Gasperotti, considerando che si era al 94’ e che il calcio di rigore poteva essere decisivo, abbia ritenuto più corretto fermarsi all’ammonizione, puntualizzando però tutta la faccenda sul suo rapporto post partita.
«Per quanto conosco la situazione - commenta Giorgio Daprà , responsabile dell’Aia provinciale (Associazione arbitri) - la direttrice di gara ha deciso per il meglio. E la sua decisione è inappellabile. Poi il giudice, a mente fredda, ha fatto una valutazione diversa dei fatti che sono avvenuti in campo. Evidentemente è molto attento ai referti degli arbitri».
Al Comano Fiavé, oltre ai danni anche la beffa: «Già - commenta Filippi - perché da quanto mi risulta su una squalifica di due giornate non si può nemmeno presentare ricorso».