Doping di Stato, dalla Russia prime ammissioni di colpa

A quattro giorni dallo scoppio della bufera doping e alla vigilia dell'attesa pronuncia della Iaaf sull'eventuale bando degli atleti russi dalle competizioni internazionali, Rio in primis, dopo il Rapporto choc della Wada, arrivano le prime ammissioni della Federazione di atletica leggera russa: «Noi siamo d'accordo con alcune accuse nei nostri confronti, su altre no e qualcosa non è più attuale perché è già stato corretto da tempo», la dichiarazione del presidente ad interim Vadim Zelicenok .

Dopo le dimissioni del direttore Grigori Rodchenkov e la chiusura del Laboratorio di Mosca, dalla capitale russa è arrivata insomma una prima marcia indietro rispetto alle dichiarazioni della prima ora di «non colpevolezza» e di «motivazioni politiche». Una retromarcia probabilmente dettata dalla presa di posizione di Vladimir Putin che ha ordinato un'indagine a tutto campo dopo le accuse della Wada. Comunque vada oggi a Losanna, la Russia non boicotterà i Giochi di Rio, ha annunciato il ministro dello sport russo Vitali Mutko : «Per evitare un brutto epilogo, la Federatletica russa si è riservata il diritto di ricorrere contro qualsiasi decisione sarà presa dalla Iaaf».

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«Anche se saremo sospesi - ha spiegato Zelicenok - non penso che sarà fatto in modo severo per un certo periodo di tempo. Ci potrebbero dare qualche tempo per correggere gli errori. In ogni caso abbiamo il diritto a fare appello se dovesse accadere la cosa peggiore e fossimo squalificati per un anno e banditi dalla partecipazione ai Giochi olimpici. Naturalmente, noi non ci arrenderemo, è ovvio». Un punto di vista condiviso in parte anche da una leggenda dello sport russo, Sergei Bubka , oggi nelle vesti di vicepresidente della Iaaf: «Gli atleti russi puliti devono essere protetti e poter gareggiare alle Olimpiadi di Rio, è nostro dovere», ha spiegato l'olimpionico dell'asta a Seul, aggiungendo che a Losanna uscirà «una decisione molto difficile, magari si arriverà ad una sanzione provvisoria per sollecitare la federazione russa ad agire con la massima energia. Se lo faranno, probabilmente potranno essere riammessi in tempo per Rio». Bubka però insiste sul fatto che le sanzioni dovranno colpire solo la federazione e atleti, preparatori, tecnici e dirigenti coinvolti nel doping, non tutti indiscriminatamente.

Punto di vista condiviso dal presidente del comitato olimpico russo, Alexander Zhukov , che ha insistito sul fatto che «nessuno può privare gli sportivi onesti e puliti dell'atletica russa, che non hanno mai fatto uso di doping del diritto di partecipare alle Olimpiadi».

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