Salta controllo antidoping, Abbagnale verso la squalifica: niente Rio
Vincenzo Abbagnale, figlio dell’ex campione Giuseppe, attuale presidente della Fic, ha saltato un controllo antidoping a sorpresa lo scorso 1° febbraio e, con ogni probabilità, sarà squalificato e non potrà partecipare come capovoga dell’otto alle Olimpiadi di Rio2016.
Il 22enne canottiere di Scafati, come sottolinea lo stesso sito della federcanottaggio, aveva già accumulato in precedenza due mancati controlli: il primo per una dimenticanza, il secondo perché il nuovo sistema gestionale, la cosiddetta piattaforma Adams, non gli ha confermato la segnalazione del luogo dove si trovava, e a questi si è aggiunto infine il terzo, quello del primo febbraio. Il Codice Sportivo Antidoping in merito è chiaro e non lascia spazio a interpretazione poiché prevede espressamente che, per la violazione dell’articolo 2.4 (mancata reperibilità), il periodo di squalifica a cui va incontro l’atleta potrà essere di due anni, con possibilità di riduzione ad un periodo minimo di un anno a seconda del grado di colpa attribuita all’atleta.
Una situazione che sta generando frustrazione e angoscia in tutto il gruppo di atleti in raduno a Sabaudia. Attualmente Vincenzo Abbagnale, ancora in raduno, ha già inviato le sue giustificazioni all’antidoping nella speranza che vengano recepite e, quindi, possano contribuire ad annullare la probabile squalifica che, nella migliore delle ipotesi, allontanerà l’atleta dalla nazionale per un anno costringendolo a saltare la eventuale partecipazione olimpica. Cosa sia successo il primo febbraio lo racconta lo stesso atleta: «Ho dormito a Roma poiché il mattino seguente dovevo sottopormi ad un controllo medico di routine, prima di raggiungere Sabaudia e, mentre ero in attesa del controllo, visto che si stava facendo tardi, ho deciso di lasciare lo studio medico e raggiungere Sabaudia».
«Sulla statale pontina - prosegue - ho ricevuto la telefonata del controllore antidoping al quale ho comunicato di essere in arrivo (sessanta minuti è il tempo massimo entro il quale l’atleta deve trovarsi nel luogo prefissato in seguito ad una comunicazione di controllo, ndr). Consapevole che potevo incorrere in una sanzione pesantissima, inizio ad accelerare tenendomi in contatto costante col sanitario. All’altezza di Latina, zona Borgo Piave e quindi a circa 35 minuti da Sabaudia, intorno alle 11.50 (dovevo arrivare entro le 12.30) con la ruota destra anteriore ho preso il ciglio stradale e l’auto nello sbandare si è bloccata. Non sapendo cosa fosse accaduto, e in preda all’agitazione, riesco a fermare un carro attrezzi che transitava in quel momento sulla strada e, contemporaneamente, ho avvisato il controllore antidoping dell’accaduto. Il meccanico, constatato che la ruota pur malconcia non era forata, riesce dopo vari tentativi a rimettere in moto l’auto e alle 12 riesco a ripartire alla volta di Sabaudia.
Questi ultimi trenta chilometri sono stati i più lunghi della mia vita poiché tra dossi e limiti di velocità di cinquanta km/h sono arrivato a Sabaudia alle 12 e 46, mentre il controllore andava via lasciandomi nel panico per non aver sostenuto il terzo controllo a sorpresa». Ora gli organi preposti stanno seguendo il loro iter e Abbagnale jr sta continuando ad allenarsi con la consapevolezza di essere pulito anche in considerazione del fatto che dal 2013 ad oggi ha sostenuto circa quindici controlli antidoping senza avere mai registrato problemi. Il presidente Abbagnale, in accordo con il Gruppo Sportivo della Marina Militare di cui l’atleta fa parte e con la direzione tecnica, ha stabilito che il figlio continuerà la preparazione in attesa che gli organismi antidoping preposti formalizzino la loro decisione.