L'Italrugby fra i ragazzi terremotati prima del match con gli All Blacks
Il conto alla rovescia per la sfida ai campioni del mondo della Nuova Zelanda entra nella sua fase conclusiva: dieci giorni separano l’Italrugby del ct Conor O’Shea dal debutto stagionale di sabato 12 novembre all’Olimpico di Roma contro gli All Blacks, imbattuti da diciotto test-match. La partita contro i «tuttineri», che sbarcheranno nella Capitale lunedì mattina provenienti da Chicago, inaugurerà la finestra autunnale dei Credit Agricole Cariparma Test Match, un trittico che proseguirà al «Franchi» di Firenze contro il Sudafrica per poi concludersi all’Euganeo di Padova il 26 novembre contro Tonga.
I trenta azzurri convocati da O’Shea per i test match novembrini hanno concluso oggi al «Giulio Onesti» il secondo ed ultimo raduno di avvicinamento e, domenica prossima, si raduneranno di nuovo a Roma per iniziare la campagna d’autunno. Due gli esordienti, il pilone Ferrari ed il mediano di mischia Bronzini, ma anche ben 14 atleti con meno di dieci caps per un gruppo che vanta un’età media appena superiore ai ventisei anni (dodici gli azzurri sotto i venticinque anni) e con 27 test-match di media a testa, dato quest’ultimo sensibilmente innalzato dalla presenza di sei veterani del calibro di capitan Sergio Parisse (119 caps), Alessandro Zanni (99), Leonardo Ghiraldini (81), Quintin Geldenhuys (66), Edoardo Gori (53) e Lorenzo Cittadini (50).
Mercoledì 9, nel giorno di riposo prima della gara contro la Nuova Zelanda, il ct O’Shea, lo staff tecnico al completo ed una rappresentanza di azzurri saranno a Rieti, ospiti del Club locale, per un rugby clinic che vedrà gli azzurri vestire i panni degli allenatori per uno speciale pomeriggio di avvicinamento al rugby dedicato ad oltre duecento giovani studenti provenienti da Amatrice e dagli altri paesi colpiti dal terremoto di agosto.