Filippo Baldi Rossi sereno: «Con il lavoro ne verremo fuori»
Complimenti Filippo Baldi Rossi. Una buona prova personale, nonostante la sconfitta dell’Aquila contro Milano.
«Grazie. Devo dire che avevo preparato bene la gara cercando di eseguire bene quello che il coach da un certo periodo a questa parte mi chiede».
Per esempio?
«Di aiutare la squadra, di avere un impatto anche difensivo, sia da 4 che da 5, di tirare per aprire il campo. I miei tiri però non sono bastati.
Magari anche il confronto diretto con Dada l’ha caricata?
«In verità ci tenevo a fare bene con Milano. La vedevo per noi come l’occasione per cambiare il trend negativo attuale. Sinceramente io prima della partita ci credevo alla vittoria: c’era un bel clima al palazzetto, la squadra era pronta. Per quanto riguarda Dada non c’era un pensiero su di lui. Semplicemente ero carico, mi sentivo bene e volevo dare tutto in campo».
L’impressione è che, viste le clamorose difficoltà di Jefferson e Gomes, ormai lei sia la prima opzione per l’Aquila sotto canestro.
«A Pesaro c’era stata la necessità di cambiare quintetto perché il coach riteneva che con Dustin e il sottoscritto, con lui che “rolla” forte e prende posizione e io che tiro da fuori, riuscissimo a aprire meglio il campo. A Pesaro questo ha fatto la differenza e presumo che il coach abbia voluto continuare su questa strada».
Sembra che, in assenza di lunghi con personalità, Buscaglia abbia deciso di investire tutto su di lei.
«Sono consapevole che la società ha puntato su di me quest’estate. Io non sento pressione perché la società mi sta dando la possibilità di arrivare con calma dove tutti pensiamo io possa arrivare. Di sicuro non abbiamo la squadra e i singoli dell’anno scorso, capaci con qualche giocata di levare le castagne dal fuoco. Quest’anno siamo tutti giocatori con meno punti nelle mani, e quindi tocca a tutti fare di più. Toto, partendo dalla panchina, lo sta facendo, Flaccadori è cresciuto. E anch’io, penso. Per me è una bella responsabilità. Il coach mi sta chiedendo di trascinare i compagni e io ci sto provando. Fino a Pesaro mi sentivo bene fino a metà partita. Stando fermo 7 mesi è difficile avere il ritmo per l’intero match, ma sono in crescita, sto prendendo fiducia».
Della sconfitta che possiamo dire?
«La partita, dal mio punto di vista, è stata tutto sommato positiva anche se ne abbiamo preso 20 in casa. Io vedo dei lati positivi: abbiamo costruito bellissimi tiri che però non siamo riusciti a segnare. Avessimo fatto un paio di “bombe” in più nel primo tempo il match sarebbe cambiato. E se poi avessimo evitato qualche loro canestro in transizione...».
Col «se» non si vincono partite.
«Le partite da vincere per noi in questo momento non sono ancora quelle di domenica. Quest’anno c’è una squadra nuova, non c’è la coppa. Domenica, però, è stato un bel banco di prova. Oggettivamente ora non siamo in un bel momento, ma se continuiamo a lavorare come stiamo facendo sono convinto che prima o poi ne saltiamo fuori.
Ci sono ancora troppe difficoltà nel gioco a metà campo. Come se ne viene fuori?
«Continuando a lavorarci sopra. Siamo squadra una che ama correre, ma abbiamo anche il gioco sui 24”,anche se non ci sta riuscendo bene. Secondo me l’elemento positivo è che siamo compatti, facciamo tutti quello che dice il coach e secondo me questo prima o poi verrà fuori. Vedo una squadra che si sta sbattendo».
La partita con Sassari sarà decisiva?
«Sicuro. Siamo in 5 squadre a 8 punti. Sassari come noi ha bisogno di vincere. Nonostante i tanti giocatori blasonati si trovano nella nostra situazione. Per noi, comunque, gli obiettivi restano i soliti: raggiungere la Final Eight di Coppa Italia e i playoff. Prima di tutto, però, dobbiamo ritrovare serenità e un paio di vittorie per tirarci su».
Gentile via da Milano. Che ne pensa?
«Ale è un giocatore molto importante per il basket italiano. In questo momento, dopo quello che è successo in questi mesi con Milano, andare all’estero può essere la soluzione giusta».