Una finale epocale agli Australian Open Da amarcord: sarà Nadal a sfidare Federer

Come nel torneo femminile con la finale in famiglia Williams, amarcord anche nel torneo maschile. Sarà Rafa Nadal a sfidare domenica Roger Federer con in palio il trofeo degli Australian Open. E in fondo era la finale più attesa, il giusto epilogo di uno torneo che mai come quest’anno ha riservato sorprese e emozioni a gogo, a cominciare dalle uscite di scena prematura dei due grandi favoriti della vigilia, Murray e Djokovic, i nuovi gemelli del tennis moderno. Solo due settimane tutti a dire che una finale senza uno dei due sarebbe stata una sorpresa, senza entrambi una grandissima sorpresa. Però cosa c’è di meglio della sfida tra due grandi rivali che hanno scritto la storia del tennis negli ultimi dieci anni e passa. Federer contro Nadal è un must: 28 finali e 17 titoli Slam per il 35ennne svizzero, 14 trionfi (come Sampras) e 21 finali (come Lendl) per il mancino spagnolo. Nessuno ha vinto di più. 

Ieri King Roger aveva messo al tappeto in cinque set il connazionale Wawrinka. Oggi Rafa ha fatto il suo dovere, come tutti a Melbourne gli chiedevano, superando sempre in cinque set Baby Fed Dimitrov, che ancora oggi a 25 anni porta su di sé il peso di essere paragonato a Roger perché volente o nolente che gli somiglia tanto nello stile e nell’esecuzione sia rovescio a una mano che del diritto. Attenzione, abbiamo detto somiglia. Solo che King Roger è un fenomeno, il bulgaro, ex mister Sharapova (pure questo ha dovuto subire durante gli anni di liaison amorosa con la bella Maria prima di virare sulla splendida modella Nikoleta Lozanova presente in tribuna), è un “solo” ottimo giocatore. Non è un caso se tra i suoi appellativi ci sono anche “Showtime” e “Primetime”: spesso si specchia nella sua bravura sfarfalleggia e poi viene punito.

Un mito lo è anche Nadal e si è visto in campo contro Dimitrov. Il trentenne maiorchino ha confermato di essersi lasciato alle spalle i guai fisici del 2016. Prima del successo al terzo turno sul giovane Alexander Zverev, le ultime tre sconfitte nei tornei dello Slam erano maturate al quinto set. Prima Fognini agli US Open 2015, poi Verdasco agli Australian Open di un anno fa, infine Pouille agli US Open della scorsa estate. Aver vinto alla distanza pure la battaglia con Dimitrov testimonia che Rafa è tutt’altro che “bollito”: non vince solo grazie all’esperienza, bensì di fisico e intensità. Due qualità che sembrava aver perso per sempre. Contro il talentuoso rivale nato a Haskovo, reduce dal successo a Brisbane alla vigilia dello Slam down under (erano due anni e mezzo che non conquistava un titolo Atp) e incitato da un chiassoso gruppetto sulla Rod Laver Arena, Rafa ha sofferto ma è stato sempre presente, lucido. E chirurgico nei momenti cruciali, quelli che in un match tirato scavano il sottile solco tra vittoria e sconfitta: 63 57 76 (5) 67 (4) 64. Se proprio va fatto un appunto allo spagnolo sono i troppi errori di diritto dal centro del campo: un tempo ne sbagliava uno a settimana, erano una sentenza.

Nadal è partito fortissimo centrando il break al quarto game e chiudendo il primo parziale in tutta tranquillità. Quindi nel secondo ha recuperato due volte un break di svantaggio e annullato quattro set point sotto 5-4 al servizio: per la cronaca diritto vincente lungo linea, rovescio in rete del bulgaro, poi risposta lunga e infine ace. Si è però arreso cedendo ancora il turno di battuta sotto 6-5. Il terzo parziale è stato una battaglia punto a punto: break di Nadal, contro break immediato di Dimitrov, che ha ceduto solo al tie break, piegato, è proprio il caso di dirlo, da un paio di bordate da paura dello spagnolo. Quarto set in fotocopia e ancora il tie break, ma questa volta a scappare via sul 5-2 è stato il bulgaro, che ha chiuso 7-4. Tensione a mille nel quinto e decisivo parziale: entrambi avevano qualche difficoltà a difendere il turno di battuta. Per Rafa si era messa malissimo quando sotto 4-3 si è ritrovato 15-40 al turno di battuta. Si è salvato con un vincente di diritto e una volée. Quindi, scampato il pericolo, ha piazzato la zampata del campione vero, assoluto. Break nel game seguente e 64 al terzo match point su un rovescio lungo del bulgaro dopo quasi cinque ore di lotta.

Dunque domenica il titolo se lo giocheranno Federer e Nadal, come in un amarcord. King Roger non vince uno Slam da Wimbledon 2012, Rafa dal Roland Garros 2014. Sarà la puntata numero 35 di una saga infinita.Nadal è avanti negli scontri diretti (23-11), divario che diventa ancora più netto se limitato ai soli tornei dello Slam, in cui lo spagnolo si è imposto in 9 sfide su 11 (lo svizzero ha vinto solo due finali a Wimbledon). Ma con i fuoriclasse numeri e precedenti valgono poco. A parlare sarà il campo e ci divertiremo.


RISULTATI SEMIFINALI - (17) Roger Federer (SUI) b. (4) Stan Wawrinka (SUI) 75 63 16 46 63, (9) Rafa Nadal (ESP) b. (15) Grigor Dimitrov (BUL) 63 57 76 (5) 67 (4) 64

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