MotoGp, verso Assen dove comanda il vento
Con l’imprevedibilità dettata dal meteo capriccioso, il TT di Assen non sarebbe il circuito più adatto per cercare risposte. Eppure domenica in Olanda, ottava prova del Mondiale, Yamaha e Ducati vogliono capire che piega prenderanno le rispettive stagioni.
La prima ha ereditato da Barcellona non poche incertezze a causa di una gara sofferta, conclusa con l’ottavo posto di Valentino Rossi ed il decimo di Maverick Vinales. Dubbi solo in parte mitigati dai successivi test. La seconda è ansiosa di comprendere se i due successi consecutivi di Andrea Dovizioso sono un dono passeggero o l’inizio del viaggio verso il titolo. Ma Ducati cerca riscontri sulla DesmosediciGP anche da Jorge Lorenzo (su una pista che lo spagnolo non ama particolarmente, nel 2013 ci si ruppe una spalla) con l’altra moto ufficiale, e da Danilo Petrucci con il team satellite Octo Pramac.
La classifica piloti è ancora molto corta e nessuna porta è chiusa. Vinales resta davanti con 111 punti, ma Dovizioso gliene rende appena 7. Poi c’è il duo della Honda ufficiale: Marc Marquez a -23 (gap colmabile in una sola gara) e Dani Pedrosa a -27. Quinta piazza per Rossi a -28.
In Olanda spesso bisogna fare i conti con pioggia e freddo, si ricordava. Per il secondo anno si corre di domenica, accantonata ormai la tradizione del via al sabato. Nel 2016 un nubifragio costrinse la direzione ad interrompere la MotoGp per oltre mezz’ora. Assen è così, comanda il cielo. Che si diverte a stravolgere strategie, lavoro sugli assetti e scelte di gomme. Marquez fu secondo, al termine di una gara complicata, vinta dalla Honda di Jack Miller. Terzo si piazzò Scotta Redding su Ducati, mentre Rossi cadde a nove giri dal termine, mentre era in testa, giocandosi una bella fetta di Mondiale.
Fattore climatico determinante perché ci possono essere temperature molto basse come estremamente alte. Incertezza cui si aggiunge quella legata alla scelta degli pneumatici. Su un circuito senza staccate estreme, che alterna curve tecniche e lente ad altre molto veloci, Michelin dovrà fare i conti anche con differenti tipi di asfalto: uno più recente ed un altro più vecchio, che offrono diversi grip e diverse abrasività.
Sulla via verso l’Olanda Marquez è stato il primo a parlare, augurandosi di «lottare per il podio». Il campione del mondo ha un tabù da sfatare, come il compagno Pedrosa: nella «Cattedrale della Velocità» entrambi non sono mai partiti dalla pole.