Sabatini, basta con la Cina È rescissione con Suning
È ufficiale: Walter Sabatini non è più il direttore tecnico di Suning Sports. A 15 giorni dalle dimissioni presentate dal dt, arriva oggi la risoluzione del contratto, annunciata di prima mattina attraverso una scarna nota diffusa in Cina dalla proprietà dell’Inter. «Suning Sports e Walter Sabatini - si legge - hanno raggiunto un accordo per la conclusione anticipata del contratto che li lega.
Sabatini non ricoprirà più il ruolo di direttore tecnico di Suning Sports. Il Club gli augura successo nella sua prossima esperienza lavorativa». «Una scelta personale», secondo l’amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello che chiede all’Inter di guardare oltre: «È un momento delicato della stagione, dobbiamo restare concentrati per raggiungere i nostri obiettivi».
Un lungo addio, quello di Sabatini, figlio del malcontento generato, nella testa del navigato dirigente, da una scarsa autonomia e da limitazioni sul mercato apparse piuttosto evidenti: dalle promesse estive (Vidal, Nainggolan, Di Maria) ai sogni invernali (Pastore su tutti). Nomi e trattative però bloccati dai vari veti messi da Suning che deve districarsi tra il Fair Play Finanziario e le nuove norme imposte dal Governo cinese. L’arrivo di Sabatini, tra i migliori talent scout in circolazione (ha portato, tra gli altri, Nainggolan, Strootman, Alisson e Manolas alla Roma), aveva acceso le speranze dell’ambiente interista. Anche il dirigente pensava in grande.
«Lo considero non un lavoro, ma una missione. Serve sinergia tra Jiangsu e Inter, i problemi dell’una devono diventare i problemi dell’altra»: erano stati questi i concetti chiave di Sabatini, esposti proprio durante la presentazione nel maggio scorso.
Parole importanti che non si sono mai trasformate in fatti.
nonostante le richieste pressanti di Sabatini, Suning non solo non interviene sul mercato in maniera decisa ma non avalla a gennaio il passaggio in nerazzurro di Ramires o, in alternativa, di Teixeira. Di fatto un niet all’arrivo di rinforzi utili nella corsa Champions in un momento in cui la squadra si trova un pò a corto di fiato.
Dieci mesi dopo aver presentato il proprio ambizioso programma (che comprendeva anche la pianificazione strategica del sistema di formazione e la selezione di giovani giocatori in tutto il mondo), arrivano i saluti finali. Un modo per Sabatini di rivendicare la propria voglia di incidere e contare, di arrivare alla «sintesi brutale» auspicata già un mese fa. Ieri i rimpianti («fatto salvo che l’Inter è l’Inter, sarebbe stato bello costruire una storia un pò più consistente»), oggi il definitivo addio. Sabatini saluta in sede Piero Ausilio e Giovanni Gardini. Ai due dirigenti resta il compito di continuare a supportare Spalletti. Si dissolve un importante tandem del calcio italiano, maturata negli anni alla Roma.
Nessuna ombra tra Sabatini e Spalletti che in più di un’occasione aveva elogiato il team di mercato: «Ausilio e Sabatini sono come Bono Vox e Bruce Springsteen», ripeteva il tecnico a gennaio. Più di un attestato di stima, forse una promessa di una duratura amicizia. Con tre gare in otto giorni (sabato il Verona, poi le trasferte con Milan e Torino) e a 10 partite dal termine del campionato, Spalletti dovrà isolare il gruppo da questo terremoto dirigenziale per non buttare al vento il percorso fatto finora. E raggiungere la tanto sospirata Champions.