Cassani: «Al Mondiale non siamo favoriti ma ad Innsbruck saremo protagonisti»
Diesse per un giorno all’anno. Questo è il ruolo di Davide Cassani, coordinatore tecnico delle nazionali maschili strada e pista e, nel giorno del mondiale il 30 settembre a Innsbruck, anche direttore sportivo. Un ruolo simile al ballo di Cenerentola e alla scarpetta di cristallo. Una sola volta all’anno puoi far andare le cose per il verso giusto. Poi non hai possibilità di replica. «Una responsabilità importante quella del commissario tecnico che effettivamente deve prendere un gruppo di corridori una volta l’anno e gestirli come se li avesse tutto l’anno – ha spiegato il Ct azzurro –. E nonostante la qualifica di direttore sportivo di terzo livello che ho in tasca , il commissario tecnico delle nazionali altro non è che il selezionatore».
Chi è il commissario tecnico? Quali saranno le difficoltà in questo mondiale?
«Il commissario tecnico è una figura terza oltre al preparatore, allenatore e direttore sportivo. In qualità di commissario tecnico, dovendo scegliere i corridori per una corsa all’anno, devo fare affidamento agli input che mi danno anche i preparatori e allenatori sulla condizione fisica di un corridore o meno. Oltre ovviamente ad affidarmi anche ai consigli dei direttori sportivi in base alle caratteristiche del percorso di un mondiale. Il giorno della gara iridata sarò comunque direttore sportivo a tutti gli effetti. I diesse preparano la tattica, lo strategia di gara, scelgono come muoversi su un determinato percorso, studiano gli avversari e decidono che tattiche adottare a seconda del momento. E’ un rapporto fiduciario anche con gli atleti, perché nelle gare iridate non si possono usare strumentazioni tecnologiche o perlomeno solo quelle concesse dall’Uci. Non ci saranno le famose radioline ed è quindi necessario avere corridori abituati a capire al volo la situazione in corsa e la condizione degli avversari».
Come vedi il ruolo del direttore sportivo?
«Una figura fondamentale nel ciclismo. E’ il perno della squadra, attorno al quale gira tutto. Sceglie i corridori per la squadra in base alle esigenze, decide le tattiche di corsa, gestisce il gruppo. Un ruolo da tenere in massima considerazione. Certamente, il commissario tecnico ha un ruolo riduttivo perché lo svolge una volta l’anno. Però appena dopo aver individuata la selezione, mi piace fare un percorso di avvicinamento al mondiale scegliendo più corridori e partecipando a diverse corse in Italia per vedere gli atleti più adatti a un determinato percorso iridato e anche per conoscerli».
Cassani è stato corridore azzurro di Alfredo Martini.
«Alfredo è il Commissario. Un uomo difficile da sostituire. Anche se i tempi erano diversi. E i corridori pure. Lui ci dava molta carta bianca. Del resto con corridori come Saronni, Moser, Argentin, Fondriest e tanti altri era semplice giocare le proprie carte o fare tattiche. Per questo mondiale però sono fiducioso. Non partiamo da favoriti, Nibali è un grande ma è in recupero. Sono certo che comunque sapremo correre da protagonisti. E correremo anche d’improvvisazione per sorprendere gli avversari. Dopo dieci anni dall’ultimo mondiale vinto, con Alessandro Ballan, ora è arrivato il momento di svoltare».