Olimpiadi 2026, furia Appendino contro la scelta del Coni
Una «scelta incomprensibile», che «dovrà essere spiegata al Paese». Furia Appendino contro il Coni, che oggi ha ufficializzato la candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026 escludendo Torino. «Milano-Cortina 2026 vuol dire andare a costruire ed edificare dove oggi non si cono impianti e infrastrutture idonee», tuona la sindaca, convinta che Torino fosse la «candidatura naturale per l’Italia», perchè «meno costosa e più sostenibile». Il Pd e il centrodestra puntano il dito contro le divisioni e i litigi all’interno dei 5 Stelle e l’accusano di «piangere sul latte versato», mentre il governatore Sergio Chiamparino prova a mediare. E si dice pronto, «se c’è una possibilità, a recuperare un ruolo per le montagne olimpiche torinesi». Ma senza Torino.
Le montagne innevate che circondano la città della Mole, paragonate all’orizzonte grigio di Milano, sono l’immagine postata su Facebook dalla Appendino. «La nostra proposta è stata inspiegabilmente lasciata in disparte, salvo un’ipotesi di candidatura a tre, poi tramontata, dove a Torino veniva assegnata una disciplina e mezza, il pattinaggio di velocità e l’hockey maschile», dice chiedendo al Coni di mettere in votazione i dossier.
«Purtroppo me l’aspettavo. Ero stato il primo a dire che sentivo puzza di bruciato, dopo la decisione di Giorgetti di far saltare il tavolo a tre e, pochi minuti dopo, far emergere la candidatura a due», aggiunge Chiamparino. Se il governatore lavora per trovare un ruolo almeno alle montagne piemontesi, la Camera di Commercio - da cui era partita l’idea della candidatura di Torino - abbina alla delusione per la scelta del Coni la possibilità, per quanto remota, di rimettere in gioco il capoluogo piemontese. «So che ci sono in corso contatti - rivela il presidente Vincenzo Ilotte - per vedere se è possibile ricucire su questa decisione...».