Mosna e il bilancio dell'Itas «Stagione stupenda, gruppo ok»
«A inizio stagione non avremmo mai immaginato di ottenere questi risultati: l’Itas ha conquistato il secondo posto in regular season, è arrivata in semifinale nei playoff scudetto oltre ad aver vinto due splendidi trofei internazionali come il Campionato mondiale per club e la Coppa Cev». A parlare è Diego Mosna, presidente dell’Itas Trentino Volley. Il giorno dopo l’eliminazione dalla corsa allo scudetto a un passo dalla finale, Mosna ripensa ad una stagione che per certi versi è stata trionfale anche se la scansione temporale ha fatto sì che il retrogusto rimasto nel palato sia l’amarezza di una sconfitta. Il presidente però ha già risciacquato il sapore aspro per concentrarsi sulle note più dolci delle notizie liete. «Al di là dei trofei, che comunque sono il sale dello sport, il bello di questa stagione è il gruppo che si è formato. Un gruppo coeso e sempre compatto, con entusiasmo e voglia di andare avanti pur rendendosi conto di quanto il cammino sia stato impegnativo».
Dunque, presidente Mosna, nessun rimpianto per la sconfitta in semifinale scudetto contro la Lube Civitanova?
«Le vittorie portano entusiasmo ma anche appetito. Però siamo uomini di sport e bisogna saper riconoscere la forza degli avversari. Abbiamo visto una Lube davvero organizzata in tutti i reparti e possiamo comunque avere la soddisfazione di aver dato loro parecchio filo da torcere rimanendo attaccati in ogni gara».
È possibile che qualche giocatore si sia sentito appagato dalle vittorie già ottenute arrivando un po’ scarico all’atto finale del campionato?
«Non mi sembra. Entrare nella psicologia delle persone non è semplice, ma non ho mai avuto la sensazione che qualcuno abbia mollato. Tutti volevamo andare a gara cinque per giocarci l’accesso alla finale a Trento, domenica. E nessuno dei giocatori, per esempio, ha già programmato di lasciare la città: siamo tutti qui anche la settimana prossima e questo lascia intendere che nessuno aveva preventivato l’eliminazione. Certo, la stanchezza c’era, quella è inevitabile. Abbiamo disputato una stagione lunga e densa di impegni. Alcuni giocatori, poi, come Russell e Kovacevic hanno tirato la carretta per tutto l’anno: è comprensibile che potessero avere una flessione. Tanto più che fisicamente sono differenti rispetto un Leal o un Simon, per fare due esempi. Ma un conto è la stanchezza, altra cosa è essere psicologicamente scarichi».
La serie semifinale contro la Lube ha evidenziato che la differenza tecnica di cui si parlava a inizio stagione non è stata limata. Affronterete questo tema in sede di mercato?
«In effetti il gap tecnico tra squadre come la Lube o la Sir Perugia e noi rimane. Ora devo riorganizzare i pensieri di una stagione vissuta tutta di corsa. Personalmente posso dire che a me la squadra piace e che i ritocchi dovrebbero essere minimi. Però questa è la mia opinione. Che deve essere confrontata con quella del general manger Bruno Da Re e dell’allenatore Angelo Lorenzetti. Poi ci sarà da valutare il budget, lo stato dei contratti e il calendario degli impegni».
A questo proposito, domenica si gioca gara 5 di semifinale tra Perugia e Modena. Se dovesse vincere Modena l’Itas l’anno prossimo non farà la Champions League, ma la Cev. L’esito di quella partita può cambiare i vostri piani?
«Sicuramente. Se giocheremo la Champions League dovremo attrezzarci in maniera diversa. Anche per ciò prima di pensare al mercato dobbiamo aspettare qualche giorno: questo ci consentirà di ragionare a mente fredda e, dopo domenica, di aver più chiara la situazione per l’anno prossimo. La Champions è un impegno prestigioso che non può essere preso alla leggera».
Pare di capire che invece l’eventuale partecipazione alla Cev potrebbe essere scavalcata da altre priorità...
«Prima di tutto deve essere la Lega Volley a prendere una decisione sui calendari che - così come sono - rendono poco praticabile la possibilità di competere su più fronti. In un campionato con sei o sette turni infrasettimanali, il calendario si infittisce parecchio. Pare addirittura che il Mondiale per club potrebbe saltare per la mancanza di date disponibili. Una società come la Lube, che ha a disposizione quasi due squadre titolari, può permettersi di affrontare due competizioni ma le altre fanno più fatica e devono decidere se sacrificare il campionato per una coppa europea. Si è visto anche quest’anno con la Sir Perugia: la sua rosa corta l’ha fatta arrivare a questo punto della stagione piuttosto stanca».
Insomma, stando così le cose, la Cev potrebbe essere sacrificata?
«Sono discorsi che devono essere fatti solo quando tutti gli elementi saranno chiari. Aspettiamo domenica. Poi, a livello di club, cominceremo a fare qualche valutazione più precisa».