Atletica, mondiali al via: oggi Crippa debutta nei 5.000 metri
Questo pomeriggio Yeman Crippa farà il suo debutto mondiale nei 5000 metri di Doha. Saranno le 19.45 in Qatar (le 18.45 in Italia), il sole sarà già tramontato ed il caldo asfissiante del giorno (quasi 40 gradi, ieri) sarà mitigato dalla notte e dalle tremila bocchette d'aria che condizionano l'atmosfera dello Stadio Khalifa. Il ventiduenne trentino delle Fiamme Oro è stato inserito nella prima delle due batterie e subito si presenterà il primo grande scoglio iridato: trovare un posto per la finale di lunedì sera.
Saranno in 15, i promossi: i primi 5 di ciascuna batteria e i migliori cinque tempi esclusi. Un ripescaggio che storicamente rischia di privilegiare gli atleti inseriti nella seconda batteria che possono scendere in pista con la consapevolezza del tempo da ottenere. Un vantaggio che dunque Crippa non potrà sfruttare. Ci sarà da sgomitare (in venti, al via), ci sarà da tenere sempre alta l'attenzione per non farsi sorprendere. Ma, nel caso, servirà anche la prontezza di spirito per prendere in mano in prima persona l'iniziativa, nel caso il ritmo dovesse essere troppo lento. Perché puntare tutto sull'essere tra i primi cinque non da garanzie, quando accanto a te ti ritrovi gente come il leader stagionale Selemon Barega, quella vecchia volpe di Muktar Edris - protagonista di una stagione non eclatante, ma in odor di medaglie sempre temibile - il fenomenale norvegese Jakob Ingebritsen, il canadese Ahmed e il mediorientale Balew e via dicendo.
La presenza anche dello svivzzero Julien Wanders in tal senso è positiva: all'elvetico di casa in Kenya, piace buttarla sul ritmo e questo potrebbe favorire tempi interessanti. Statistiche alla mano, sono in sette ad avere un personale migliore del 13'07''84 di Yeman nella prima batteria, mentre solo in cinque hanno saputo correre più veloce di lui in questo 2019: il passaggio del turno non sarà facile, ma sarebbe davvero più sorprendente l'eliminazione dell'azzurro.
«Sono al 100% della forma, cercherò di dimostrarlo - ha detto ieri il 22enne trentino -. Siamo ai Mondiali e non c'è niente di facile. Mi sono preparato alla grande, qui bisogna essere tra i primi 15, correre forte e basta. E con questo caldo di Doha è dura, ma per la gara siamo fortunati perché ci sono 25 gradi all'interno dello stadio. Quattro o cinque atleti li considero superiori a tutti, se la giocheranno loro. Io punto alla finale nei 5000 e. per quanto riguarda l'Europa, Jakob Ingebrigtsen ha certamente qualche possibilità di prendere medaglia».
Per realizzare l'obiettivo Yeman dovrà conquistare questo primo passaggio del turno per poi concentrarsi sull'eventuale finale e sul successivo impegno nei 10.000 metri di domenica 6 ottobre. Come detto, per l'allievo di Massimo Pegoretti sarà il debutto in un Campionato Mondiale, dopo il bronzo nei 10.000 metri e il quarto posto nei 5000 conquistati nel 2018 agli Europei di Berlino.
Buttando un occhio sull'altra batteria dei 5000, gli altri due fratelli Ingebritsen - Filip ed Henrik - potrebbero fare gioco di squadra per trainare il treno verso un ripescaggio di massa, strategia che dovrà trovare all'erta l'azzurro Said El Otmani che troverebbe così a propria volta una via verso un passaggio del turno altrimenti davvero ostico.
Saranno nel complesso dodici gli azzurri impegnati in questa prima giornata iridata. Dieci scenderanno in pista, comprese le batterie dei 100 metri con Filippo Tortu e Marcell Jacobs e la qualificazione nell'alto con Alessia Trost ed Elena Vallortigara. «Purtroppo non c'è Bolt - ha dichiarato Tortu - : sarebbe stato un sogno correre contro di lui. Ma dico anche "per fortuna": il primo posto non è già assegnato, credo che Coleman sia il favorito ma sono convinto andrà bene il britannico Hughes. Entrare in finale sarà molto difficile ma speriamo di farcela entrambi, io e Marcell Jacobs».
Due azzurre saranno invece impegnate sulle infiammate strade del Qatar alla caccia delle prime medaglie in palio, quelle della maratona femminile che scatterà alla mezzanotte di Doha con in gara Sara Dossena e Giovanna Epis. L'umidità nottura e l'inedito orario saranno due varianti letali nella sfida sui 42 chilometri in un contesto sicuramente diverso dal consueto per gli atleti, costretti ad essere sempre con una felpa in mano per combattere i mostruosi sbalzi di temperatura tra l'esterno e gli ambienti iper-condizionati di hotel e strutture chiuse. Vedremo se e chi ne pagherà le conseguenze.