La manifestazione/I campioni

Boris Becker lancia Jannik Sinner: «Mi piace, può vincere diversi Slam»

L’ex campione tedesco al Festival dello sport ha ripercorso la sua folgorante carriera con la vittoria a Wimbledon nel 1985, a soli 17 anni

TRENTO. Un grande del tennis, Boris Becker ospite ieri (13 ottobre) del Festival dello sport di Trento, ha spiegato come “oggi l’Italia ha dei giocatori bravissimi come Sinner, Berrettini e Sonego. Sinner mi piace molto, ha una bella personalità, è un buon giocatore e può vincere diversi slam. Certo c’è qualcuno come Alcaraz o Djokovic che si possono mettere in mezzo, ma è giovane e ha buone possibilità per diventare uno dei migliori tennisti dei prossimi anni. Il futuro riserverà agli appassionati diversi momenti emozionanti perché ci sono tanti giovani rampanti che faranno vedere buone cose a breve”, ha detto l’ex campione tedesco.

Becker nel corso dell’intervista ha ripercorso la sua breve ma folgorante carriera, iniziata con la vittoria a Wimbledon nel 1985 quando non aveva ancora 18 anni. Una vittoria nella quale non tutto è andato per il verso giusto e nel corso della finale ha dovuto superare una piccola crisi: “Nel corso del quarto set - ha ammesso - ero nervoso, faticavo a respirare, cercavo di lanciare in aria la pallina ma questa rimaneva attaccata alla mano. Poi c’era il pubblico estremamente silenzioso e mi sono ritrovato a pregare, a chiedere a Dio di darmi i 4 punti di cui avevo bisogno. Poi tutto è andato bene e da quel momento la gente ha iniziato a guardarmi come un alieno”.

L’anno dopo si è ripetuto sconfiggendo niente meno che Ivan Lendl contro ogni pronostico, e nello stesso anno ha disputato in Coppa Davis il match più lungo della storia contro John Mc Enroe: una partita di quasi sette ore, con John che ha fatto di tutto per innervosirmi e i tifosi americani tutti contro di lui. Nel 1989 il terzo successo sull’erba londinese contro lo svedese Stefan Edberg: “Giocare contro di lui era molto difficile. Lui è gentile, educato, intelligente, era impossibile avere grandi motivazioni personali per batterlo. Ancora oggi siamo amici ed è il tennista che più rispetto”.

Dopo un accenno alle difficoltà sulla terra rossa dove non ha mai vinto, la fortuna che può aiutare, Becker si è spostato sulla carriera di allenatore che lo ha portato alla corte di Novak Djokovic: “Gli ho solo detto che la cosa più importante era l’onestà, che gli avrei detto quando avrebbe giocato male e anche malissimo altrimenti non avrebbe mai migliorato. In più gli ho detto che avrei fatto in modo di tornare a casa con un trofeo in ogni finale disputata. Per due anni siamo andati molto d’accordo, per me è un fratello minore”.

comments powered by Disqus