Polizia e carabinieri useranno i droni Predator
Dai teatri di guerra dell’Afghanistan ai cortei e alle manifestazioni nelle piazze delle città italiane, dai voli sulla Libia a quelli sulla Val di Susa, dalle missioni di ricognizione in Iraq e Siria per stanare le basi dell’Isis a quelle su aree di Sicilia e Calabria dove potrebbero essere nascosti i covi dei latitanti di mafia e ‘ndrangheta: i Predator smettono di essere soltanto uno strumento a disposizione dei militari e mettono la loro tecnologia al servizio dell’ordine e della sicurezza pubblica.
L’accordo per l’utilizzo dei velivoli senza pilota da parte delle forze di polizia è stato siglato ieri a Roma dal capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Pasquale Preziosa e dai capi di Polizia e Carabinieri Alessandro Pansa e Leonardo Gallitelli.
Un’intesa, ha sottolineato Preziosa, «già in atto», che consentirà di «aumentare il livello di sicurezza dei nostri cittadini»: «l’esperienza maturata in anni di utilizzo nei vari teatri operativi all’estero, ci ha consentito di acquisire un know how che ora torna utile anche per altri scopi. La tecnologia esce dagli hangar e si mette al servizio delle forze di polizia». Nelle intenzioni dei firmatari, l’intesa farà inoltre risparmiare parecchi soldi allo Stato, in quanto i costi effettivi saranno soltanto quelli relativi al volo dei Predator.
Ma non solo: la presenza dei velivoli senza pilota porterà ad una riduzione dell’utilizzo degli elicotteri per gli stessi compiti. «Con questo accordo abbiamo acquistato a prezzo zero il meglio che c’è sul mercato, strumenti complessi e costosi che saranno a nostra disposizione» ha sintetizzato Pansa.
Cosa faranno nello specifico i droni e quando verranno utilizzati, saranno polizia e carabinieri a deciderlo, a seconda delle esigenze. Certo è che i Predator possono volare per oltre 20 ore consecutive senza necessità di atterrare o fare rifornimento. E sono in grado di trasmettere immagini in diretta, di giorno e di notte, di individuare obiettivi sul terreno, di dare indicazioni precise a chi si muove a terra su quanto si troverà davanti, di sorvegliare una determinata zona senza esser visti. È probabile dunque che il Predator potrà essere utilizzato per sorvegliare manifestazioni, cortei e proteste di piazza. Ma tornerà utile anche in occasioni di incontri di calcio o operazioni di polizia sul territorio, per il controllo di strade e autostrade o per la sorveglianza di determinati luoghi e di intere aree.
Ecco perchè, ha detto ancora il generale Preziosa, i Predator sono «un moltiplicatore di sicurezza»: messi «nei punti opportuni, sono in grado di fornire le informazioni sul terreno ma anche di rappresentare una fonte di protezione per poliziotti e carabinieri impiegati sul territorio». Pansa non è sceso nei dettagli, ma ha confermato che i velivoli serviranno «per la sorveglianza elettronica in tutte quelle situazioni in cui è necessario avere a disposizione uno strumento che consenta di raccogliere immagini e informazioni altrimenti non possibili».
Li useremo, ha aggiunto Gallitelli «solo a ragion veduta, sul piano della prevenzione e della repressione».
I velivoli che di volta in volta verranno messi a disposizione sono quelli del 32esimo Stormo, che ha la base ad Amendola, in provincia di Foggia. E sarà sempre l’Aeronautica a mantenere il know how: l’accordo non prevede la formazione di poliziotti e carabinieri. Gli uomini e le donne della forza armata continueranno a gestire i voli dei Predator e ad analizzare i dati registrati dalle apparecchiature, che poi verranno passati alle forze di polizia.