Global Game Jam, da oggi il forum dei programmatori di giochi
Ci sono un veneto, un friulano, un sardo e due siciliani che si trovano a Trento. No, non si tratta dell’inizio di una barzelletta, ma di una storia reale: loro sono cinque studenti universitari, ormai ex, che si sono incontrati in città durante il loro percorso di studi. Ad accomunarli, essendo tutti informatici, la passione per i videogiochi. Passione che non significa solamente e banalmente fare delle partite, ma studiare e programmare, creare e lavorare di fantasia.
Loro sono Francesco Alzetta (il friulano), Nicola Garau (ovviamente il sardo), Andrea Montagner (il veneto) Salvatore Manfredi e Emanuele Viglianisi (i due siciliani) e qualche anno fa sono arrivati in città per completare la laurea magistrale. E oggi sono rimasti in Trentino e fanno i ricercatori o i dipendenti dell’Ateneo.
«Come spesso accade all’Università - racconta Andrea - ci siamo incontrati e conosciuti quasi per caso, durante le varie lezioni. Usavamo lo stesso motore grafico e, chi più chi meno, giocavamo ed eravamo appassionati della parte che riguarda lo sviluppo. Così abbiamo creato una sorta di gruppo, e dall’anno scorso abbiamo iniziato a organizzare a Trento la Global Game Jam».
Global Game Jam (GGJ) è il più grande evento mondiale dedicato allo sviluppo di videogiochi. Oltre 800 sedi sparse per il globo ospiteranno in contemporanea, come da tradizione l’ultimo fine settimana di gennaio, sviluppatori, compositori, grafici e scrittori col desiderio di costruire qualcosa di unico. Tra queste, sedi, insieme a molte altre in Italia, c’è Trento.
«Quest’anno abbiamo 60 posti a disposizione e 54 sono già prenotati. Il tema del 2019 viene svelato in diretta mondiale solo all’inizio dell’evento: solitamente si tratta di una parola chiave, di un concetto volutamente generico per non dare troppe limitazioni ai partecipanti».
Partecipanti e non giocatori: la manifestazione, infatti, non vuole essere una competizione, ma una «jam» collaborativa, come le sessioni dei jazzisti. Da oggi a domenica al CLab di piazza Fiera i 60 partecipanti avranno 48 ore per sviluppare da zero un videogioco: la GGJ promuove appunto la collaborazione tra ragazzi con diversi background, sia tecnici che artistici. Possono partecipare appassionati di videogiochi, ma anche esperti di musica o di dialoghi.
«Un videogioco è complesso: c’è ovviamente la scrittura dei codici, ma poi ci sono gli ambienti da ricreare, una storia, la colonna sonora. E per fare tutto questo servono abilità differenti».
A parte la maggiore età, per partecipare è richiesto praticamente solo un computer e una buona dose di creatività e fantasia. I 60 protagonisti sono per la maggior parte under 30, ma ci sono anche persone di 40 o 50 anni, che amano giocare e programmare. L’evento è sostenuto, in Trentino, da Fondazione Bruno Kessler, Hub Innovazione Trentino, CLab Trento e Trentino Film Commission.
Tornando a GGJ, si tratta del più grande evento mondiale dedicato allo sviluppo di (video)giochi, ideato da Global Game Jam, Inc. Nato nel 2009, la sua prima edizione contava più di 1.600 partecipanti in 23 paesi. Accolta con sempre più interesse, nel 2015 si sono registrati più di 28.000 partecipanti in più di 500 siti distribuiti in quasi 80 paesi. Dopo la fase di sviluppo fra venerdì e domenica di un videogioco che rispetti il tema assegnato, c’è l’eventuale upload dei prodotti sul sito della Global Game Jam. L’evento non ha un target specifico ma punta a raggiungere tutte le persone amanti dei giochi, quindi sviluppatori, artisti (modellatori, disegnatori, animatori etc.), game designer (concept design, storytelling, level design), giocatori e videogiocatori e naturalmente chiunque creda di poter dare un contributo.