In vigore la legge Ue sui servizi digitali, più tutele per gli utenti: priorità alla protezione dell'infanzia
La Lega attacca parlando di "legge bavaglio", il commissario Breton replica: "La moderazione dei contenuti non significa censura. Ci sarà invece trasparenza sui processi degli algoritmi, sui bot e sulle pubblicità mirate"
ROMA. Entra in vigore il Digital Service Act, la stretta Ue per fermare gli abusi sui contenuti online e tutelare gli utenti del Web. "La protezione dell'infanzia sarà una priorità di applicazione" assieme alla lotta alla disinformazione, sottolinea Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno e volto della riforma.
"La moderazione dei contenuti non significa censura. In Europa non ci sarà alcun ministero della verità. Ci sarà invece trasparenza sui processi degli algoritmi, sui bot e sulle pubblicità mirate", spiega Breton replicando a critiche giunte dalla Lega -
Le Big Tech non sono troppo grandi per non preoccuparsi di proteggere la libertà di parola, tutelare i cittadini e le democrazie. Attualmente 19 grandi gruppi online con oltre 45 milioni di utenti nell'Ue sono già stati designati in base alla legge: sono 2 motori di ricerca (Bing e Google Search) e 17 piattaforme, con social media (Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Snapchat, LinkedIn, Pinterest), e-commerce (Alibaba AliExpress, Amazon, Apple, Zalando) o servizi (Google Play, Google Maps e Google Shopping), ma anche Booking, Wikipedia e YouTube.
Da domani scatteranno i primi adempimenti, mentre da febbraio la platea coinvolta sarà più ampia.