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Francia, arrestato il fondatore di Telegram: la app di messaggistica è sotto accusa

Pavel Durov, 39 anni, fermato all'aeroporto parigino di Le Bourget appena giunto dall'Azerbaigian con il suo jet privato. L'autorità giudiziaria punta il dito contro l'assenza di moderazione, di cooperazione con le forze dell'ordine e contro l'offerta di strumenti che renderebbero Telegram "complice" di reati

ROMA. Pavel Durov, fondatore e amministratore delegato della società di messaggistica criptata Telegram, è stato fermato questa sera intorno alle 20 appena sceso dal suo aereo privato sulla pista dell'aeroporto parigino di Le Bourget.

Lo riferisce la tv francese Tf1. Durov, 39 anni, cittadino franco-russo, era accompagnato dalla sua guardia del corpo e da una donna. Il fermo è stato eseguito dai gendarmi della Gta (Air Transport Gendarmerie). Inserito nel fascicolo delle persone ricercate, Pavel Durov arrivava dall'Azerbaigian. 

Secondo Tf1 e Lci, Pavel Durov è stato posto in custodia stasera sulla base di un mandato dell'autorità giudiziaria francese che ritiene che l'assenza di moderazione, di cooperazione con le forze dell'ordine e degli strumenti offerti da Telegram (numero usa e getta, criptovalute, eccetera) lo renda complice del traffico di droga, dei reati contro i minori e delle frodi. Il mandato valeva solo per il territorio francese.

Gli investigatori dell'Onaf (Ufficio nazionale antifrode dipendente dalle dogane) lo hanno informato e lo hanno posto in custodia di polizia. Dovrebbe essere portato davanti al giudice istruttore nelle prossime ore prima di un possibile rinvio a giudizio domenica per una moltitudine di reati: "Terrorismo, droga, complicità, frode, riciclaggio di denaro, ricettazione, contenuti criminali minorili", afferma Tf1, una cui fonte dice che "Durov verrà sicuramente messo in detenzione provvisoria".

Durov ha lasciato la Russia nel 2014 e ha più cittadinanze. Il suo patrimonio netto è di circa 15 miliardi di dollari. Telegram ha 900 milioni di utenti mensili.

Le autorità russe stanno lavorando sull'arresto di Pavel Durov, ricordando che nel 2018 alcune ong occidentali condannarono la sentenza della corte russa di bloccare il servizio. Sulla vicenda è intervenuta la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che si chiede se la comunità internazionale ora ne chiederà il rilascio o "si morderà la lingua".

"Ci furono all'epoca lamentele sulla legalità di Telegram da parte di molti Paesi per i parametri tecnici del suo sistema di crittografia", ha detto Zacharova secondo quanto riportato dalla Tass, sottolineando che Durov è rimasto libero e ha continuato a sviluppare durante quel periodo il suo sistema di messaggistica. La portavoce del ministero degli Esteri ha detto che l'ambasciata russa a Parigi "ha immediatamente iniziato a lavorare" sulla vicenda, "come dovrebbe fare sempre quando arrivano informazioni sull'arresto di un cittadino russo in un altro Paese", sebbene i rappresentanti dell'imprenditore non abbiano presentato alcuna domanda.

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