Strembo, la musica al pub si spegne alle ore 22
Conciliare un locale pubblico rivolto ad un pubblico giovanile con chi ci abita vicino è da sempre un problema di difficile soluzione. E ciò può accadere sia nelle città più grandi che nei paesi più piccoli. Quasi ogni giorno raccontiamo di polemiche e liti a riguardo. Stavolta è il caso di Strembo dove il Revolution Bar da due mesi a questa parte deve spegnere la musica e perfino la televisione alle 22
STREMBO - Conciliare un locale pubblico rivolto ad un pubblico giovanile con chi ci abita vicino è da sempre un problema di difficile soluzione. E ciò può accadere sia nelle città più grandi che nei paesi più piccoli. Quasi ogni giorno raccontiamo di polemiche e liti a riguardo. Stavolta è il caso di Strembo dove il Revolution Bar da due mesi a questa parte deve spegnere la musica e perfino la televisione alle 22.
Un orario che male, anzi malissimo, si concilia con l'idea stessa del locale gestito dal giovane, 22 anni, Nicola Rubinelli. E' stato lui, figlio d'arte, a prendere in mano il locale e trasformarlo in un pub dove la musica è al centro della serata. Gruppi di varie estrazioni rockettara, serate dedicate al karaoke, qualche dj per musica all'ultima moda da ballare, questi erano gli «ingredienti» pensati da Rubinelli quando ha investito nella ristrutturazione del locale nel paese. I lavori che hanno fatto diventare il Revolution una delle tappe obbligate per i ragazzi della Rendena, si sono conclusi tre mesi fa ma la musica ha suonato solo per pochi giorni poi è arrivata l'ordinanza del sindaco di Strembo, Guido Botteri che obbliga lo spegnimento della musica alle 22. Gli inquilini che abitano sopra il locale avevano protestato per il rumore.
Ora, Nicola Rubinelli ha presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale per chiedere l'annullamento della delibera e poter tornare così a far risuonare le sette note fino alle 2 di mattina. «La licenza - racconta Rubinelli - prevede la chiusura del locale alle 2. Ora, imporre che un locale per giovani abbassi il volume a zero alle 10 di sera, quando i ragazzi escono di casa, è assurdo e vuol dire farmi chiudere e addio ai soldi investiti. E come prima conseguenza - aggiunge - ho dovuto licenziare una persona delle tre che avevo assunto». Nicola Rubinelli dice di aver provato in tutti i modi di trovare un accordo sia con i vicini che con il Comune ma tutto è stato inutile. «Oltre ai signori che si sono lamentati c'è un altro appartamento e gli affittuari mi hanno detto che non sentono nulla». Il pub è dotato anche di un'ampia terrazza che doveva essere il palco delle esibizioni ma ora ci sono solo dei tavoli dove i ragazzi trovano posto per bere qualcosa. «Mi vogliono far chiudere ma spero che il Tar possa darci ragione». Rubinelli poi allarga il discorso: «Dicono che in Rendena non ci sono locali per i giovani che devono spostarsi ebbene quelli che poi vogliono fare qualcosa si trovano i bastoni fra le ruote». Un eufemismo per raccontare ciò che è accaduto nella serata della Festa della donna: «Alle 22 non ho spento la musica e sono arrivati i carabinieri che mi hanno sanzionato per 2mila 500 euro. Non avevo rispettato l'orario ma allo stesso tempo non me la sentivo di mandare a casa tanti ragazzi e ragazze che si divertivano in una serata in cui nessuno veniva disturbato».