Dopo dieci anni, vendemmia a settembre
Per quanto riguarda la viticoltura, quest'anno il tempo è tornato a rispettare i ritmi tradizionali della provincia: la vendemmia è prevista per la prima settimana di settembre con i bianchi da spumante, una termine che non veniva rispettato da un decennio. Dal 2003 al 2012 i contadini avevano raccolto l'uva dalle vigne sempre ad agosto, in un periodo anomalo per la viticoltura trentina. L'anno scorso, invece, i primi conferimenti erano stati il 23 agosto, due settimane in anticipo rispetto alle previsioni attuali.
VALLAGARINA - «Non ci sono più le stagioni di una volta» è uno dei detti più abusati per riferirsi alle condizioni meteo. In agricoltura questa frase ha un grande valore, perché dall'andamento climatico dipende la buona riuscita del raccolto. Ebbene, per quanto riguarda la viticoltura, quest'anno il tempo è tornato a rispettare i ritmi tradizionali della provincia: la vendemmia è prevista per la prima settimana di settembre con i bianchi da spumante, una termine che non veniva rispettato da un decennio.
Dal 2003 al 2012 i contadini avevano raccolto l'uva dalle vigne sempre ad agosto, in un periodo anomalo per la viticoltura trentina. Nel 2003 gli agricoltori avevano preso in mano imbuto e forbice addirittura a Ferragosto. L'anno scorso, invece, i primi conferimenti erano stati il 23 agosto, due settimane in anticipo rispetto alle previsioni attuali.
Nelle cinque cantine sociali della Vallagarina la data prevista per la vendemmia 2013 è compresa tra l'1 e il 2 settembre. Che cosa ha fatto posticipare l'appuntamento più importante dell'anno agricolo lagarino? Gli enologi spiegano che le abbondanti piogge di maggio hanno ritardato il germogliamento delle piante, mentre le ridotte precipitazioni di luglio e di agosto hanno permesso alle viti di recuperare la maturazione ottimale. Lo scorso inverno, che era stato mite, aveva causato una germogliamento precoce che aveva costretto i contadini a conferire sotto il solleone, poco dopo Ferragosto, quando ancora le temperature erano molto elevate.
Tornare alle «buone, vecchie abitudini» della vendemmia settembrina ha molti vantaggi per la qualità dell'uva. «Il frutto ha bisogno di un certo periodo per raggiungere l'equilibrio ottimale tra acidi e zuccheri. Con qualche settimana in più la maturazione è più equilibrata e non è necessario intervenire con le correzioni del ph», spiega Franco Franchini , direttore della cantina sociale di Ala. Inoltre, senza l'afa di agosto, l'uva viene conferita a una temperatura più bassa, abbattendo i costi di refrigerazione a carico delle cantine.
Tra due settimane ci si aspetta un raccolto di qualità e finalmente di quantità soddisfacente, dopo due annate segnate dalla grandine e da molti attacchi parassitari. «I viticoltori sono stati bravi soprattutto nell'evitare le problematiche legate alle piogge di maggio», si complimenta il direttore della cantina di Avio, Matteo Mattei .
L'ultimo ostacolo prima di poter festeggiare assieme a Bacco è la siccità. In Vallagarina non piove in modo significativo da parecchie settimane e, soprattutto nelle zone di alta collina, i consorzi irrigui fanno fatica a compensare la mancanza di acqua. «L'irrigazione di soccorso sta facendo il suo lavoro, ma abbiamo delle piccole zone, come Crosano, che stanno soffrendo», spiega Luciano Tranquillini , direttore della cantina di Mori. La mancanza prolungata di acqua blocca la maturazione della vigna, ma per il momento sui terreni lagarini la situazione è ancora sotto controllo.
«È chiaro che se piovesse la vendemmia sarebbe più veloce e più facile, ma non vedo criticità. Per il momento siamo ottimisti, anche perché dopo anni di bassa produzione a settembre dovremmo tornare su standard soddisfacenti», commenta il direttore della cantina di Isera, Fausto Campostrini . A Nogaredo in questi giorni Vivallis è alla prese con il collaudo della nuova cantina: la vendemmia «tardiva» viene accolta con favore, anche perché permette ai tecnici di testare ulteriormente macchinari e procedimenti.«Le notti più fresche di quest'estate hanno fatto respirare le vigne. Nei territori dove manca un impianto irriguo c'è qualche difficoltà, ma basterebbre un po' di pioggia per avere un prodotto ottimo», è il parere di Mauro Baldessari , direttore di Vivallis.