Festa per la noce  bleggiana matura

Domenica a Cavrasto pranzo e mostra con degustazione. «C'è stato un forte calo nella produzione rispetto alla norma -– spiega il magnifico console della Confraternita Paolo Serafini –- dal 50 al 60 per cento in meno. Sarà una produzione di una trentina di quintali di noci da commercializzare, se va bene»

di Denise Rocca

nociBLEGGIO SUPERIORE – Un po' come si fa con il vino novello, la Confraternita della Noce del Bleggio festeggia la maturazione del frutto bleggiano, pronto per l'avvio della commercializzazione, con una giornata dedicata.

 

Si inizia la mattina di domenica 17 novembre, al teatro di Cavrasto alle 10, con un incontro con Marino Gobber , della Fondazione Mach di San Michele, e Marco Osti , agricoltore specializzato in noci di Spormaggiore. Il titolo fra il nostalgico e l'ironico - «No ghé pù le nòs de na volta» - nasconde una riflessione sui problemi tecnici della coltivazione della noce, perché davvero le noci sono cambiate rispetto al passato per rispondere a parassiti e malattie che ne minacciano la sopravvivenza. Alle 12.30 la Pro loco di Cavrasto ripropone il pranzo a base di noce che quest'estate ebbe un gran successo alla «Quarta d'agost» (prenotazioni al n. 340-5282221), mentre i produttori agricoli delle Esteriori allestiranno una mostra - degustazione con i principali prodotti della valle. Se Apt ed Ecomuseo collaborano all'organizzazione della giornata, è la Confraternita a specializzarsi nella salvaguardia della noce bleggiana, la cui fama è oggi ben più ampia della sua attuale produzione.

 

«C'è stato un forte calo nella produzione rispetto alla norma –- spiega il magnifico console della Confraternita Paolo Serafini –- dal 50 al 60 per cento in meno. Sarà una produzione di una trentina di quintali di noci da commercializzare, se va bene». È lontano il ‘68, quando alla volta di Napoli partirono 1200 quintali di noci bleggiane destinate alla pasticceria: la piccola noce giudicariese dal guscio sottile era la preferita per guarnire i dolci perché non rilascia olio e, posata sui pasticcini, non rovina la creazione dello chef con antiestetici aloni oleosi. La produzione e commercializzazione della noce è antica, viene prima delle patate e delle mele, ma la resa economica per i coltivatori è crollata negli anni, anche perché il prodotto bleggiano non sta al passo con le produzioni più intensive: «Nel rovigotto, per esempio – spiega Serafini – la noce viene prodotta in filari, come le mele, in piante piccole e in grado di produrre frutti lungo tutto il ramo della pianta, non solo sulle punte dei rami come è caratteristica della noce del Bleggio detta per questo apicale». 

 

Il crollo della produzione nel Bleggio è stato causato dalla riduzione dei noci, diversi alberi sono stati tagliati negli anni con lo svilupparsi di colture più redditizie, ma anche le malattie hanno fatto la loro parte e da un biennio continua la sperimentazione della Fondazione Mach per combattere le principali. «L'appuntamento di domenica è un primo tentativo per creare un'occasione di commercializzazione per la noce ma anche per tutti i prodotti agricoli della valle – conclude Serafini – una partenza semplice, come fu quella dei mercatini di Natale di Rango, staremo a vedere come andrà».

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