Lettera da Trento ad Ala arriva dopo 47 giorni
Un invito per l'inaugurazione di una mostra spedito il 29 novembre scorso da Trento (fa fede il timbro postale) e consegnato ad Ala nel pomeriggio del 15 gennaio. Ovviamente troppo tardi per l'appuntamento, che si teneva il 20 dicembre al Castello del Buonconsiglio. «Era un occasione cui tenevo molto» lamenta il professionista alense destinatario dell'invito beffa. Quarantasette giorni per coprire la distanza Trento-Ala. «Passando però da Verona» spiegano dalle Poste
ROVERETO - Privatizzazione delle poste. Sul piano nazionale si discetta di grande finanza, di miliardi di euro, di asset strategici internazionali. In Vallagarina ci si domanda se la consegna di lettere e pacchi possa andare incontro ad un qualche tipo di miglioramento. Sperando il meglio, temendo il peggio. L'ultimo caso portato all'attenzione dell'Adige ha del paradossale: un invito per l'inaugurazione di una mostra spedito il 29 novembre scorso da Trento (fa fede il timbro postale) e consegnato ad Ala nel pomeriggio del 15 gennaio. Ovviamente troppo tardi per l'appuntamento, che si teneva il 20 dicembre al Castello del Buonconsiglio. «Era un occasione cui tenevo molto» lamenta il professionista alense destinatario dell'invito beffa. Quarantasette giorni per coprire la distanza Trento-Ala. «Passando però da Verona» spiegano dalle Poste.
Ricostruire a posteriori le motivazioni di un disservizio è sfida ardua. Per parte loro dal centro di smistamento di Rovereto, responsabile per l'intera Vallagarina, fanno sapere di essere in ordine, di non avere arretrati. «E probabilmente hanno anche ragione - spiega Daniela Tessari della Cgil Poste -. Quest'anno il Natale ha fatto andare in tilt il centro smistamento di Verona, nel quale confluisce tutta la corrispondenza della regione per essere "lavorata" e poi rispedita su. Quindi può capitare che i centri locali, come quello di Rovereto, siano in ordine dal punto di vista del disbrigo dei carichi di lavoro, ma che all'utenza sia consegnata corrispondenza in ritardo». Come nel caso dell'invito beffa. «Girando per i vari uffici postali della provincia - commenta Tessari - sento i racconti dei portalettere. A volte sono costretti a consegnare posta con ritardi imbarazzanti. E la frustrazione, per essere quelli che "ci mettono la faccia" in errori di cui non hanno responsabilità, è crescente. Anche se la maggior parte degli utenti sa che non sono i postini i responsabili del disservizio».
Ma se il grosso dei problemi è a Verona, le ultime riforme locali hanno intaccato anche l'efficienza dell'ultimo anello della catena di servizio. «I tagli lineari applicati dalla direzione centrale e venduti come "razionalizzazione delle risorse" - spiega Lorenzo Decarli della Uil Poste - hanno portato inevitabilmente delle criticità. Non si è tenuto conto delle specificità del territorio trentino quando nel giugno scorso si sono spostati 100 dipendenti su 500 dal servizio smistamento e consegne ad altri servizi». L'ufficio di Rovereto è stato il primo a vedere applicare la razionalizzazione decisa da Roma, con la soppressione di 7 zone di consegna su 48, il 14,5%.