Acciaieria di Borgo, l'obiettivo è «sigillarla»
L'ammissione è arrivata dall'Appa, l'Agenzia provinciale per l'ambiente: «Oggi le emissioni diffuse o fuggitive dell'Acciaieria di Borgo costituiscano un problema da affrontare e risolvere». Parole forti e chiare, scandite dall'ingegnere Giancarlo Anderle . L'auditorium di palazzo Ceschi era pieno di gente, mercoledì sera, per l'incontro informativo su ambiente e salute promosso da Appa (presenti una quindicina tra tecnici e dirigenti), Azienda sanitaria e assessore Mauro Gilmozzi
L'ammissione è arrivata dall'Appa, l'Agenzia provinciale per l'ambiente: «Oggi le emissioni diffuse o fuggitive dell'Acciaieria di Borgo costituiscano un problema da affrontare e risolvere». Parole forti e chiare, scandite dall'ingegnere Giancarlo Anderle . L'auditorium di palazzo Ceschi era pieno di gente, mercoledì sera, per l'incontro informativo su ambiente e salute promosso da Appa (presenti una quindicina tra tecnici e dirigenti), Azienda sanitaria e assessore Mauro Gilmozzi. «In luglio abbiamo presentato ai sindaci i risultati delle ricerche sull'incidenza ambientale dello stabilimento - ha ricordato Gilmozzi -, ora lo facciamo anche con i cittadini».
Incontro, peraltro, sollecitato da tempo sia dal sindaco di Borgo Massimo Dalledonne che dal presidente della Comunità Sandro Dandrea (entrambi in sala), quest'ultimo con una lettera spedita il 4 settembre all'allora presidente della Provincia Alberto Pacher . Risultati noti da tempo (indagine effettuata tra il 2010 ed il 2012) e presentati, con dovizia di particolari, dal direttore generale Luciano Flor per la parte sanitaria e dall'ingegnere Maurizio Tava dell'Appa con il professore Marco Ragazzi dell'Università di Trento per gli aspetti ambientali.
Secondo i Medici per l'Ambiente, ogni anno dall'acciaieria vengono immessi nell'aria circa 19.500 chili di polveri, di cui 17.000 di emissioni diffuse, «immesse nell'ambiente senza necessità - ricorda il presidente Roberto Cappelletti - dal momento che con correttivi efficaci ed adeguati investimenti è possibile eliminarle». Secondo la stima dell'ingegnere Angelo Borroni , per ogni ora di lavoro all'acciaieria, si registrano 0,4 chili di emissioni convogliate e 3,5 chili di polveri diffuse.
«In questi anni sono stati fatti molti investimenti in azienda - ha ribadito Anderle - ed altri ne seguiranno in estate». «Ora si tratta di trovare una soluzione con la nuova proprietà», ha promesso Gilmozzi. O attraverso filtri laterali, o attraverso la sollecitata «sigillatura» dell'intero impianto.
Gli studi ambientali e sanitari proseguiranno con l'Apss che, insieme all'Istituto Superiore di Sanità, l'Università di Brescia, vari enti pubblici pugliesi e la regione Emilia Romagna, è stata chiamata a far parte del gruppo di lavoro che si occuperà del progetto Taranto sull'impianto dell'Ilva. Per Provincia, Appa e Azienda sanitaria tutti i valori, a suo tempo analizzati, erano e sono nella norma.Ma c'è la mssima disponibilità a proseguire con altre valutazioni e approfondimenti sanitari. E proprio questo ha chiesto la gente a Gilmozzi. «Le emissioni diffuse contengono metalli cancerogeni, e quell'impianto deve essere messo in sicurezza con interventi di sigillatura e di tamponatura. Vogliamo anche che venga rimessa in funzione la telecamera le cui riprese sono ferme da 10 giorni» hanno aggiunto Cappelletti e altre persone.
Nel suo articolato intervento il professor Giorgio Jobstraibizer ha messo in risalto le criticità della revisione dell'Aia 2013, ribadite anche dal consigliere di comunità di Aria Nuova Lorenzo Rigo : «Troppe concessioni da parte dell'Appa all'azienda sia per quanto riguarda la lavorazione, i controlli e la riutilizzazione del sottoprodotto. C'è ancora molto da migliorare». «Noi applichiamo le leggi e le normative vigenti - hanno ribadito Anderle e la dirigente dell'Appa Maura Boschini - e in pochi giorni ci sarà la validazione del sistema di monitoraggio in continuo». Nella discussione sono intervenuti anche Bruno Donati , il presidente di Valsugana Attiva Walter Tomio ed il sindaco Dalledonne, spostando l'attenzione sulle bonifiche in corso e sulla presenza di scorie provenienti da lavorazione industriale sul territorio.