Cibo ai poveri, ora è emergenza
La Robin Hood, associazione nata per evitare lo spreco di eccedenze alimentari e distribuire viveri freschi alle famiglie in difficoltà economiche delle Giudicarie, lancia l’allarme: «Per il 2014 – spiega il presidente Adriano Accili - gli aiuti europei per la trasformazione delle eccedenze alimentari non sono più garantiti. Per gli anni successivi si vedrà. Pertanto una buona parte di quanto i diversi banchi alimentari raccolgono, e ridistribuiscono alle strutture caritative convenzionate per arrivare ai bisognosi, subisce una contrazione molto forte. Per il nostro banco alimentare, tale quota rappresenta circa il 25%»
GIUDICARIE – La Robin Hood, associazione nata per evitare lo spreco di eccedenze alimentari e distribuire viveri freschi alle famiglie in difficoltà economiche delle Giudicarie, lancia l’allarme: «Per il 2014 – spiega il presidente Adriano Accili - gli aiuti europei per la trasformazione delle eccedenze alimentari non sono più garantiti. Per gli anni successivi si vedrà. Pertanto una buona parte di quanto i diversi banchi alimentari raccolgono, e ridistribuiscono alle strutture caritative convenzionate per arrivare ai bisognosi, subisce una contrazione molto forte. Per il nostro banco alimentare, tale quota rappresenta circa il 25%».
La sospensione degli aiuti a livello europeo è un passo significativo, infatti nell’ambito della PAC (Politica Agricola Comune) la Commissione europea ha finanziato ininterrottamente fin dal 1987 la distribuzione di prodotti alimentari destinati alla popolazione indigente che vengono dati alle varie associazioni a seconda dei bisogni. A gennaio 2013 gli assistiti in Italia erano 4 milioni e 86mila, di questi circa 400mila bambini sotto i cinque anni di età e quasi 600mila anziani oltre i 65 anni. Se per il banco trentino la percentuale di incisione di questi aiuti è del 25%, in altri casi a livello nazionale si arriva anche all’80 o 90%, con variabili di riduzione diverse a seconda delle associazioni che ai banchi si appoggiano per la redistribuzione degli alimenti. Dopo i banchi alimentari, però, a cascata si incide sulle singole associazioni che a loro volta hanno percentuali di aiuti diverse.
Alla Robin Hood, bolle di consegna alla mano, l’apporto degli alimenti ricevuti dal banco alimentare è di circa il 40% rispetto al totale delle cibarie raccolte in zona dai volontari, e ora si cerca di evitare un tale ridimensionamento della propria azione con un appello per la zona delle Giudicarie. «Ad oggi – racconta Accili – il Banco si troverà entro giugno a non avere scorte alimentari a sufficienza per il fabbisogno degli indigenti che per contro risultano in costante aumento».
Sono 148 le famiglie povere registrate dalla Robin Hood in valle, un incremento vertiginoso considerando che erano poche decine solo quattro anni fa, alla fondazione dell’associazione. Di queste una novantina a settimana si presentano costantemente a ritirare i pacchi spesa, fra le 40 e le 45 famiglie a distribuzione nella sede di Tione. A Storo, dove l’associazione ha aperto un altro luogo di distribuzione, le famiglie iscritte sono 57, e una costante di una quarantina fanno ogni venerdì la fila per ricevere aiuto.
Estremamente concreto è il direttivo della Robin Hood nell’affrontare l’emergenza alimenti: «Stiamo cercando di contattare le aziende produttrici alimentari delle Giudicarie per chiedere una donazione non in soldi ma in cibo: se ogni azienda ci riuscisse a donare un bancale, una decina di chili di alimenti, riusciremmo a continuare la nostra azione e ad organizzare un magazzino per le merci». A Tione, al momento, collaborano con Robin Hood Eurospar, Coop ed Eurospin.