Valanga in val Martello, quattro persone morte
Ancora una vittima in montagna. Ieri Michele Niccolini, 44 anni, di Trento è morto sotto una valanga durante un'escursione sul Cevedale. Niccolini faceva parte di una comitiva di tredici scialpinisti della Sat di Trento, guidata dal caposezione Paolo Frassoni. Il gruppo è stato sorpreso dalla valanga a quota 3.200 metri, vicino al rifugio Casati. Niccolini, dipendente dell'Arcidiocesi, è morto sul colpo. La slavina ha sepolto anche Anna Pedrotti, neonatologa al S. Chiara e consigliera comunale Pd, che però è stata estratta incolume dalla neve,
Le corse in montagna, lo scialpinismo, la salite sulle cime innevate, il panorama mozzafiato. Ma anche lo studio, la ricerca, la spiritualità. Metteva tutto se stesso in ogni ambito della vita Michele Niccolini, 44 anni. Dal lavoro in Curia alla collaborazione con radio In blu, passando per i consigli parrocchiali, per gli oratori, attraverso l'approfondimento dei temi religiosi e filosofici, mostrando la bellezza del creato attraverso la fotografia. Era cresciuto con la Gioventù Francescana; la ricerca di tutto ciò che di speciale c'è nella natura, seguendo l'insegnamento di San Francesco, era parte del suo io. «Abbiamo condiviso l'interesse per lo sport e la montagna - ricorda Diego Andreatta, giornalista di Vita Trentina - Da alcuni anni Michele si dedicava alla corsa in montagna: lo faceva sia per provare i suoi limiti, sia per tenersi allenato. Ma la sua vera passione era lo scialpinismo: era così che si teneva più vicino al Creatore, era il suo modo di vivere la montagna, con spiritualità».
Michele era «braccio destro» del vicario generale, monsignor Lauro Tisi. Risale a fine anni Novanta la collaborazione con radio Studio Sette, oggi radio In Blu e con Vita Trentina. «Si occupava del periodico "Squilla di Vita Serafica" dei Francescani - racconta Andreatta - Mi aveva chiesto una consulenza per il giornalino e vedendo la sua sensibilità ecclesiale e la sua professionalità e precisione, gli avevamo chiesto se voleva darci una mano a Vita Trentina. Era poi nata una collaborazione anche con radio Studio Sette. Per le sue qualità di metodo e di rigore, per la sua serietà, era in seguito passato all'Arcidiocesi».