L'Austria fa sul serio: ruspe in azione al Brennero Barriera di 250 metri su strada e autostrada

L’Austria fa sul serio e avvia al Brennero i lavori per una barriera anti-migranti. Le ruspe sono già in azione: la struttura avrà una lunghezza di 250 metri e comprenderà l’autostrada, come anche la strada statale. Il cantiere si apre proprio nel giorno in cui l'Europarlamento approva le linee guida di una riforma delle norme sull'asilo politico (si propone una cornice europea) e di altre novità per affrontare in un'ottica di solidarietà fra i Paesi Ue una crisi umanitaria che grava pesantemente soprattutto su Grecia e Italia.

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L'Austria ha iniziato la costruzione della barriera al Brennero

I lavori al Brennero, per il momento, prevedono la costruzione di una tettoia per consentire i controlli anche con il maltempo e la rimozione di alcune isole spartitraffico. In un secondo momento ci sarà anche una recinzione, ha confermato la polizia austriaca all’agenzia Apa.

Sull’autostrada sono previste quattro corsie (due per le macchine e due per i tir). I mezzi da controllare - spiega la polizia - saranno deviati su un parcheggio, evitando il più possibile rallentamenti.

Il «management di confine» dovrebbe essere pronto a fine maggio ma i controlli potrebbero partire anche prima oppure per niente. «L’avvio dei controlli dipenderà dalla situazione», ribadisce la polizia austriaca. Sono anche previste strutture per «canalizzare e controllare» i migranti.

Dura la reazione di Amnesty International Italia: «L’Austria ha deciso di erigere una barriera fisica, un ostacolo insuperabile che creerà sul versante italiano della frontiera una situazione simile a quella che troviamo a Idomeni e nelle isole greche: ci ritroveremo campi improvvisati e auto-allestiti, una situazione di crisi umanitaria simile a quelle delle zone dei Grandi Laghi africani o come fu nell’ex Jugoslavia», commenta il direttore Gianni Rufini. «Che questo avvenga oggi sul territorio europeo delude e deprime», aggiunge.

«Il Brennero deve restare aperto. Le affermazioni del ministro della difesa austriaco Hans Peter Doskozil mettono a rischio cent’anni di politica per l’Alto Adige», afferma preoccupato l’eurodeputato Svp Herbert Dorfmann, eletto a Strasburgo con le prefeenze raccolti in Sudtirolo, Trentino e Bellunese.

Dorfmann definisce «un tuffo nel passato l’annuncio di voler inviare l’esercito austriaco al Brennero: l’apertura del confine del Brennero fu uno dei successi politici più grandi degli ultimi decenni, che ora non va messo a repentaglio».


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La Commissione europea si è detta «molto preoccupata» per l’annuncio austriaco di voler costruire una barriera al Brennero. Lo dice la portavoce del Commissario Dimitris Avramopoulos, Natasha Bertaud, specificando che «abbiamo visto gli annunci» e se saranno messi in atto «dovremo valutarli molto seriamente» per le conseguenze sulla libera circolazione.

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Sottolineando che «le reintroduzioni dei controlli alle frontiere interne devono essere eccezionali e temporanei», la Commissione «valuta» le azioni dell’Austria ed Avramopoulos «nel pomeriggio avrà un colloquio con il ministro dell’Interno austriaco».

Bertaud inoltre aggiunge che «non ci sono prove di una deviazione dei flussi di migranti dalla Grecia all’Italia» ma sono stati osservati «15mila arrivi in Italia dalla Libia dall’inizio dell’anno».

Da Vienna, però,  il cancelliere austriaco Werner Faymann, dopo il consiglio dei ministri, difende la scelta: «Il management di confine al Brennero e le nuove misure legislative sul diritto d’asilo non sono auspicabili, ma necessari e giusti». «È assolutamente fuori discussione», ha detto, non fare niente e accogliere persone senza limiti e senza controlli. «Mi assumo la responsabilità», ha aggiunto il cancelliere.

La decisione di Vienna avrà pesanti ripercussioni anche economiche. A rischiare di più è il settore dell'autotrasporto, che pagherà un pedaggio pesantissimo. Ma serpeggia preoccupazione, anche al Vinitaly, tra gli imprenditori della grappa e del vino del Trentino.

«Per il nostro export, con l’Austria punto di passaggio per un mercato fondamentale come quello della Germania - ha detto Alessandro Marzadro dell’omonima distilleria con sede a Nogaredo (Trento) - la logistica può risentirne. Anche se, e non se ne parla mai, i controlli sono stati già rafforzati dalla Germania, sulla strada da Innsbruck e Monaco, alla frontiera c’è ora una singola corsia che restringe il traffico, sempre coda e rallentamenti per i nostri operatori delle vendite internazionali. Anche il flusso turistico per il Garda potrebbe subire un freno, con danni per tutto il nostro territorio».

Paolo Endrici, produttore di Trentodoc  e Teroldego dell’azienda Endrizzi, fortemente vocata all’export con 70% delle vendite all’estero lamenta un disagio operativo e morale.
«Come azienda siamo nati in Austria 130 anni fa, ai tempi di Francesco Giuseppe quando avevamo cantine e negozi in Austria.
Per noi è tradizione consolidata lavorare aldilà del Brennero.

Siamo un ponte» ha sottolineato Endrici.  A livello personale, ha aggiunto il produttore di bollicine di montagna, «mi dà un fastidio tremendo l’idea di un muro. È una vita che cerco di creare ponti: sono stato il primo a trovare un socio altoatesino, ho trovato moglie in Germania, e ora ho dato lavoro a un cittadino del Mali che è arrivato con un barcone in Sicilia, e ho avuto la fortuna di dare occupazione a un buon lavoratore. Sono per aperture , e come imprenditori ci batteremo per le aperture».

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Critico anche il sindaco del comune di Brennero, Franz Kompatscher: «Più dell’arrivo dei profughi, quel che mi preoccupa è il traffico. Se l’Austria inasprisce i controlli, si formeranno delle code e la viabilità ne soffrirà, si creerà il caos».

Problemi economici per il suo comune non ne mette in conto, «il problema sarà per l’Europa intera, visto che i tempi di attesa dei camion avranno ripercussioni sui costi del trasporto delle merci», dice Kompatscher.

«L’anno scorso abbiamo accudito 27.000 profughi nei locali adibiti ad hoc nei pressi della stazione, certo aggiunge il sindaco, qui da noi i profughi sono in transito, si fermano a mangiare a rifocillarsi, magari a scaldarsi nei mesi freddi, non si tratta di trovare per loro soluzioni permanenti, ma il problema sarà il loro numero se questo è destinato ad aumentare».

Per il sindaco, l’unico modo per non creare situazioni pesanti al Brennero, se l’Austria non fara più passare i profughi, è il dirottamento del loro flusso verso nord.

«Quando l’anno scorso durante il G7 la Germania ha sospeso Schengen, dopo alcuni giorni i profughi avevano capito e hanno cercato di trovare altre rotte per andare verso nord, quindi bisogna informarli», dice Kompatscher.

Interviene anche Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, regione che confina con l’Austira: «Le frontiere interne all’Europa non sono una soluzione, al contrario vanno individuati dei meccanismi condivisi a livello comunitario per la regolamentazione dei flussi migratori.

Anche dalla Commissione europea è arrivata una condanna rispetto all’iniziativa solitaria dell’Austria», ha ricordato Serracchiani, auspicando che «che il dialogo con l’Austria ci permetta di far loro riconsiderare la posizione che hanno in questo momento e anche cercare di creare le condizioni per una maggiore collaborazione tra Paesi europei».

Rispetto poi alle possibili ripercussioni economiche della ventilata chiusura del Brennero, la presidente del Friuli Venezia Giulia ha sottolineato che «che i danni economici possono essere estremamente importanti, come rilevato anche da ConfTrasporto», e che in ogni caso «questa chiusura può determinare delle rotte diverse e portare dei problemi al Friuli Venezia Giulia».

Un aspetto sul quale la presidente ha ribadito che «da tempo ci siamo attrezzati sia per garantire la prima accoglienza e collocare capillarmente gli immigrati sul territorio, che soprattutto assicurare l’ordine pubblico e la vigilanza».

Infine, riferendosi al confine di Tarvisio, ha assicurato che «è costantemente monitorato: non registriamo in questo momento ingressi tali da creare preoccupazioni ma siamo consapevoli che dobbiamo continuare nelle verifiche e nei controlli» e ha messo comunque in evidenza che «sta funzionando il rapporto costante con Roma, che in questo momento ha significato anche liberare spazi in Friuli Venezia Giulia trasferendo un numero importante di profughi, qualche centinaio, in altre regioni».In una prima fase saranno smontati i guardrail e verrà modificata la segnaletica stradale. I controlli del traffico leggero e pesante saranno effettuati in un parcheggio a nord del confine. Nei prossimi giorni sarà anche allestito un centro di registrazione.

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