Alpe di Siusi, trovati morti due giovani alpinisti precipitati in parete
Un chiodo che non ha retto la caduta ha tradito Andreas Kopfsguter, di 25 anni e Helene Hofer, 27 anni, i climber altoatesini che hanno perso la vita su Cima Santner.
I due esperti rocciatori avevano scelto l’impegnativa via «Pepi Schmuck» (grado 6+) per salare la montagna di 2.414 metri sopra l’abitato di Siusi, una delle mete predilette per gli amanti dell’arrampicata sulle Dolomiti.
L’allarme è scattato giovedì sera quando i due amici, legati dalla passione per la montagna, non hanno fatto rientro a casa.
Le ricerche erano iniziate ancora di notte e la parete è stata illuminata da valle con dei potenti fari. Con i cannocchiali i soccorritori hanno intravisto qualcosa su una cengia. La tragica conferma poi questa mattina, alle prime luci dell’alba, quando l’elisoccorso Pelikan 1 ha individuato proprio in quel punto della parete le due salme, che sono stati recuperati con il verricello.
Andreas e Helene erano ancora legati con la corta.
Evidentemente il primo della cordata è precipitato e la sicura non ha retto il peso della caduta e così anche il secondo alpinista è stato trascinato nel vuoto.
Sulle Dolomiti il rischio del cedimento dei chiodi è relativamente alto a causa della roccia piuttosto friabile.
I climber preferiscono perciò, dove possibile, chiodi fissi, che sono però rari soprattutto sulle vie impegnative e poco battute, come quella denominata «Pepi Schmuck».
I due alpinisti sono precipitati per alcune centinaia di metri, fino quasi alla base della parete, morendo sul colpo. «Abbiamo trovato le salme nel primo quarto della parete, circa 100 metri sopra l’attacco», racconta Felix Karbon, capo del soccorso alpino di Siusi. Entrambi erano alpinisti molto esperti, sopratutto il ragazzo, con il suo palmares di scalate impegnative in Italia e all’estero.
Per la famiglia Kopfsguter, che ora piange la morte di Andreas, si tratta del secondo lutto a distanza di pochi mesi. A marzo suo fratello Christian, di 21 anni, perse la vita sotto la maxi-valanga di Monte Nevoso, sopra Riva di Tures. Furono sei le vittime della slavina, la più grave disgrazia sulle montagne altoatesine degli ultimi 40 anni.
Nel frattempo proseguono le ricerche di Carlino Castellani, veronese di 76 anni, che martedì non è tornato dai boschi di Aldino, dove era andato a cercare funghi.