Brennero, +22% tir Infrastruttura al limite
Braccio di ferro sul numero chiuso per i mezzi pesanti nelle giornate a «bollino nero»
Il traffico pesante continua a crescere al Brennero. A gennaio sono stati registrati 36.100 mezzi pesanti, ovvero +22%. Il quotidiano Tiroler Tageszeitung pubblica i dati all’indomani del Brenner Summit, il vertice di Italia, Austria e Germania ieri a Monaco.
L’incontro è stato segnato da un braccio di ferro tra Vienna e Berlino per quanto riguarda il cosiddetto «numero chiuso» di tir nei giorni di bollino nero in Tirolo. Il provvedimento, criticato da autotrasportatori in Germania come anche in Italia, viene invece difeso dal governatore tirolese Guenther Platter. «La misura ha fatto sì che il tema del traffico pesante sull’asse del Brennero sia stato riportato a livello europeo», ha detto Platter.
Il vertice europea a Monaco di Baviera, sul traffico lungo l’asse del Brennero, ha visto la partecipazione dei Ministri dei trasporti di Italia, Austria e Germania, nonchè dei governatori locali dei territori interessati, ovvero Baviera, Tirolo, Alto Adige e Trentino.
La Provincia di Bolzano, rappresentata dal presidente Arno Kompatscher, ha avanzato le sue proposte per giungere ad una soluzione di lungo periodo in grado di sgravare il valico alpino dal traffico di transito, e al termine del vertice è emersa la volontà comune di ricercare soluzioni di respiro europeo per risolvere la questione, e in maniera particolare per incentivare il passaggio del traffico da gomma a rotaia.
Durante il cosiddetto Brenner Meeting di Monaco, è stato deciso di dare vita ad un gruppo di lavoro che valuterà nel dettaglio tutti gli aspetti legali, infrastrutturali ed economici, e che a maggio si ritroverà a Innsbruck per fare un nuovo punto della situazione. L’obiettivo è quello di partire entro la fine dell’anno con le prime misure concrete del pacchetto di interventi.
Il punto di partenza della posizione altoatesina è rappresentato dal documento comune varato poche settimane fa dall’Euregio che sottolinea come, con oltre 11 milioni di transiti, di cui 2,2 milioni di tir, il Brennero sia ormai giunto al limite delle proprie capacità infrastrutturali. Per quanto riguarda le infrastrutture, il presidente altoatesino ribadisce che «il tunnel di base del Brennero e le relative tratte d’accesso rappresentano la soluzione di lungo periodo in grado di invertire il rapporto tra gomma e rotaia», ma che nel breve periodo rimane «necessario e irrinunciabile intervenire in maniera incisiva per limitare sia il traffico di transito che il traffico deviato, ovvero quello attirato lungo il Brennero da tariffe e fattori di costo che rendono questo valico più conveniente rispetto agli altri dell’arco alpino».
Presente a Monaco di Baviera anche l’assessore all’ambiente Richard Theiner, il quale proprio con riferimento al traffico deviato aggiunge che «tra i fattori di costo gioca un ruolo importante anche il prezzo del carburante».
Con un mix coordinato di provvedimenti si punta a invertire la rotta in tema di Modal Split, ovvero di rapporto fra transiti su gomma e su rotaia, che attualmente è di 71 a 29. «Come Euregio - conclude il presidente altoatesino - ci siamo posti l’obiettivo di arrivare ad un equilibrio entro il 2027, per poi compiere il salto di qualità con l’entrata in fuzione del tunnel di base del Brennero e fare in modo che nel 2035 il Modal Split sia di 70 a 30 a favore del ferro».
Oltre al pedaggio di corridoio, l’obiettivo è quello di giungere ad un sistema di monitoraggio in grado di fissare un tetto superato il quale limitare i transiti. Un tema, quest’ultimo, ancora non condiviso da tutte le parti in causa, a partire dalla Baviera. Obiettivo del gruppo di lavoro è proprio quello di smussare gli angoli e trovare soluzioni condivise per questioni potenzialmente problematiche fra i diversi territori presenti lungo l’asse del Brennero, si legge in una nota dell’Agenzia di stampa della Provincia.